Vino Chianti, crescono le vendite: un 26 per cento in più rispetto al novembre 2023. Un risultato che fa ben sperare per il futuro del comparto, ma che il presidente del Consorzio, Giovanni Busi, invita a leggere con prudenza.
Presidente, da cosa deriva questa crescita?
"Quest’anno siamo riusciti a portare sul mercato più bottiglie rispetto al 2023, che è stato un anno nero per la produzione a causa delle condizioni climatiche avverse. Ora il mercato ha risposto bene. È un segnale positivo, ma non un miracolo".
Quanto pesa l’export su questo successo?
"L’export è fondamentale e rappresenta circa il 70% delle vendite complessive. I mercati esteri continuano a essere il nostro punto di forza"
Ci sono mercati che fanno gola?
"In Sud America, vediamo un interesse crescente. Anche la Cina merita una riflessione: dopo una fase di grande entusiasmo, c’è stato un rallentamento ma è un mercato che ha potenzialità enormi"
E quelli già consolidati?
"Usa e Canada restano i pilastri, insieme all’Europa, dove siamo forti in luoghi come Germania e Uk. Ma si deve investire per mantenere il posizionamento"
Come stanno le aziende?
"È un periodo complesso. I costi dell’energia alti, e l’aumento dei tassi d’interesse mettono sotto pressione le imprese. I margini sono più ridotti, e non è semplice mantenere l’equilibrio economico. La resilienza delle aziende è straordinaria, ma non possiamo abbassare la guardia"
Cosa deve fare il Consorzio per sostenere la crescita?
"Il nostro impegno quotidiano è dedicato a valorizzare e tutelare le aziende che operano con passione e nel pieno rispetto delle leggi e dei disciplinari. Lavoriamo per promuovere la denominazione, garantendo che chi investe nel territorio e nella qualità venga riconosciuto, creando valore per l’intero sistema Chianti. Poi come Consorzio dobbiamo essere presenti sia sul fronte interno che internazionale. Organizzando eventi, partecipando a fiere e promuovendo incontri con operatori e buyer. Si deve far conoscere il Chianti non solo come prodotto, ma come esperienza legata alla cultura e al territorio"
Gabriele Manfrin