Si cerca una soluzione per salvare la cantina cooperativa Castelli del Grevepesa sede a San Casciano, una delle realtà più grandi del Chianti Classico per numero di bottiglie prodotte. Ieri si è tenuto l’incontro del tavolo di crisi alla presenza della Regione, dei Comuni della zona dove insiste la cantina, Greve e San Casciano, sindacati e azienda. "È stato deciso di andare a gara competitiva con la base d’asta che parte dal valore dell’offerta vincolante che era stata presentata. C’è tempo fino al 29 novembre per trovare una soluzione positiva", spiega Francesco Baccanelli della Cgil. Come si legge nel bando di gara pubblicato sul sito della stessa cooperativa, l’invito è "a presentare offerte per l’acquisto di ramo d’azienda" che prevede "vinificazione di uve del territorio, lavorazione, imbottigliamento e vendita di vini con marchi ed etichette di proprietà nel canale della gdo e horeca e distribuzione organizzata, imbottigliamento di vini per conto di terzi, locazione di vasi vinari a terzi e vendita diretta nel wine shop aziendale". In quello che viene definito "perimetro dell’offerta" si parla anche "di almeno n. 3 dipendenti della società". E viene anche stabilito che "il prezzo minimo offerto per l’acquisto del Ramo d’Azienda non potrà essere inferiore ad euro 3.960.000". Quello che conta per la Cgil, oltre a "trovare una soluzione che accontenti tutti, soci e dipendenti perché anche loro hanno contribuito alla cooperativa, è dare continuità lavorativa a tutti, non soltanto a tre. Speriamo quindi che arrivino offerte migliori che non portino a perdita di posti di lavoro", continua Baccanelli. Che la cooperativa avesse dei problemi economici era almeno due anni e col passare del tempo c’era stato un lento declino. Ma nessuno si aspettava che da un momento all’altro Castelli del Grevepesa avviasse la procedura di licenziamento collettivo.
Lavoratori, Rsu e Cgil hanno manifestato i davanti ai cancelli della cooperativa era "in corso la procedura di composizione negoziata della crisi e c’era la cassa integrazione per crisi ancora valida fino a marzo 2025. Per questo non ci aspettavamo proprio che si arrivasse a questo", aveva sostenuto Baccanelli durante il picchetto. Quanto che non si spiegano dipendenti e sindacato, "è perché sia stato deciso di licenziare. Lo abbiamo chiesto alla cooperativa e gli abbiamo chiesto se non si poteva aspettare, perché si vuole smantellare la cooperativa".
Andrea Settefonti