LISA CIARDI
Cronaca

Vino toscano, cresce la produzione. Ma nella botte c’è l’incubo dei dazi

Il prodotto tiene nonostante le incertezze degli scenari: pesa infatti l’incognita dell’export verso gli Usa

Al lavoro per la vendemmia. I dati del vino toscano nel 2024 sono stati buoni

Al lavoro per la vendemmia. I dati del vino toscano nel 2024 sono stati buoni

Il vino toscano regge la prova del mercato, nonostante difficoltà e incertezze. I dati, contenuti nel report di Ismea, sono stati presentati in occasione di PrimAnteprima, evento promosso da Regione Toscana e Camera di Commercio di Firenze. Secondo lo studio, nel 2024, la superficie vitata regionale è cresciuta, superando per la prima volta i 61mila ettari, mentre sono migliorati produzione (2,6 milioni di ettolitri, 900mila in più del 2023) ed export, soprattutto delle Dop ferme. Resta intanto stabile la superficie coltivata a biologico, con 23.534 ettari su un totale di 61.431, il 38% della superficie regionale e il 17% di quella nazionale. Tornando alla produzione, con i suoi 2,6 milioni di ettolitri, la Toscana occupa la settima posizione, a livello nazionale.

Ben 58 le indicazioni geografiche riconosciute, delle quali 52 Dop (11 Docg e 41 Doc) e 6 Igt. Due le denominazioni che dominano per estensione: Chianti e Chianti Classico, rispettivamente col 41% e 21% della superficie rivendicata. Per la tipologia dei vitigni, domina il Sangiovese (59%), seguito a distanza da Merlot e Cabernet Sauvignon (8 e 6%).

Riguardo all’imbottigliamento, dalle prime stime, nel 2024 si parla di 1,2 milioni di ettolitri di vini Dop, con il Chianti che da solo rappresenta il 47%, seguito dal Chianti Classico al 20%. A crescere anche l’export, soprattutto di vini Dop fermi. I primi dieci mesi del 2024 indicano un aumento del 5% in volume e del 10% in valore. Se questo risultato fosse confermato anche negli ultimi due mesi del 2024 si supererebbero i 730mila ettolitri per 740 milioni di euro. I volumi più consistenti sono stati esportati verso i Paesi extra-Ue, cresciuti del 7% a fronte del +1% nei confini comunitari (in valore +16% extra Ue; -4% Ue).

Gli Usa da soli rappresentano il 33% in volume delle consegne (40% in valore) e, proprio per questo, sul futuro rischiano di pesare le incertezze legate ai dazi. Nei primi dieci mesi del 2024 sono stati sempre gli spumanti a trainare le esportazioni, con spedizioni in volume cresciute del 13% e un +10% dei corrispettivi. Bene anche i vini fermi in bottiglia: +4% e +5% rispettivamente in volume e valore. La domanda interna evidenzia invece una situazione diversa, con i consumi domestici (Horeca escluso) che si sono ridotti del 3% sia per le Dop che per i vini Igt toscani. "Non nascondiamo qualche preoccupazione per il mercato – ha detto l’assessora regionale all’agricoltura Stefania Saccardi – e per la situazione internazionale, a cui si aggiungono i cambiamenti climatici, le regole dell’Unione europea per le etichettature e le nuove sanzioni del codice della strada".

"Dobbiamo cambiare strategia e ci stiamo studiando – conclude la vicepresidente della Regione Saccardi – Tenendo anche conto di un mercato flessibile che cambia gusti rapidamente, ma a cui siamo pronti ad andare incontro, perché i nostri vini mantengano le postazioni di eccellenza che hanno oggi".