Firenze, 15 ottobre 2024 – Doveva essere una serata speciale, un momento di festa extra lavoro. Si è trasformata invece in una notte da incubo per una 28enne fiorentina, stuprata per ore da un suo collega di 20 anni. I due erano usciti insieme a un gruppo di altri colleghi: è fine giugno, e dopo una cena rapida nelle via del centro decidono di andare a ballare in una discoteca molto nota della città. Entrambi bevono qualche drink di troppo, e alla ragazza, che vive nell’hinterland fiorentino, il giovane propone di appoggiarsi per la notte a casa sua. Lei accetta, perché, come poi racconterà in aula, si fidava del collega. E mette subito le cose in chiare: “Tra noi non succederà niente”.
Una volta a casa, la ragazza scopre che dovranno dormire nella stessa stanza. Non si sente in pericolo, e in pochissimo tempo si addormenta. A svegliarla poco tempo dopo sono i rumori e il dolore. Aperti gli occhi, si ritrova il 20enne addosso: prima tenta di baciarla, e quando lei si divincola, l’afferra per i polsi, stringendo, e le allarga le braccia. È immobilizzata. Tenta di reagire, chiede con insistenza al collega di smetterla. Ma lui non si ferma: continua a violentarla, per tutta la notte.
Ha impiegato sette mesi prima di riuscire a parlare di quello che aveva subito. Sette mesi in cui la ragazza – assistita dall’avvocato Vanessa Luperi – ha cercato dentro di lei la forza per raccontare tutto. Prima ha denunciato alle autorità il giovane, poi si è sfogata con un amico tramite whatsapp, con messaggi vocali e di testo.
Ieri, il gip Antonio Pezzuti, ha così disposto il rinvio a giudizio del 20enne. L’accusa è quella di violenza sessuale, aggravata dalla condizione di inferiorità fisica in cui si trovava la vittima, dovuto all’assunzione di alcol.
Tra le prove a carico dell’imputato ci sono anche le testimonianze di 14 persone, per lo più colleghi, presenti nei momenti che hanno preceduto lo stupro. Tra di loro anche il coinquilino del presunto aggressore, presente in casa la sera dei fatti, che, secondo quanto raccontato, non si sarebbe reso conto di nulla.
La giovane, intanto, ha dovuto lasciare il posto di lavoro. Il trauma ha cambiato radicalmente la sua vita, e nel tempo trascorso tra i fatti e la denuncia, si è rivolta per due volte a un centro anti-violenza. Il 20enne dovrà presentarsi il prossimo 12 marzo all’aula 6 del tribunale di Firenze per la prosecuzione del processo.