Sopralluoghi per capire se i presidi fissi di polizia sono collocati nelle aree giuste e un protocollo con Regione, prefettura, forze di polizia, Asl che affronti il tema delle aggressioni sanitarie anche dal punto di vista culturale e della formazione del personale, che sia in grado di installare più telecamere di sorveglianza. Il Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica in Prefettura a Firenze, interamente dedicato proprio alle aggressioni sanitarie, ha prodotto questi risultati. "Nei prossimi giorni, di intesa con la Regione, direttore generale della sanità e Aziende ospedaliere e Questura, verranno svolti dei sopralluoghi per poter prima di tutto capire se i presidi fissi di polizia sono adeguatamente collocati in prossimità delle aree che sono più critiche", spiega la prefetta di Firenze Ferrandino. Attualmente i presidi si trovano a Careggi, al Meyer, al San Giovanni di Dio, a Santa Maria Nuova e al San Giuseppe di Empoli: particolare attenzione viene riservata all’accesso del pronto soccorso, in particolare su Careggi.
L’obiettivo è poter fare, entro un paio di settimane, un report per capire dove distribuire le forze in campo e se c’è qualche modifica da portare a termine rispetto al piano attuale.
Il secondo piano ha un raggio più ampio, sia come tempi, che come risposta al problema. Nascerà un protocollo che si possa basare su vari fattori: avere un quadro preciso del fenomeno dal punto di vista numerico, affrontare il tema delle aggressioni dal punto di vista culturale per far capire, lo ha spiegato bene Dattolo, che il "nemico è la malattia, non il medico o l’infermiere", formare il personale, prevedere telecamere dove necessario. I dati 2023, per i primi sei mesi, parlano di 900 aggressioni verbali e oltre 200 aggressioni fisiche a livello regionale. "Ma il fenomeno – ha affermato Dattolo – non può essere sottovalutato. Molti medici non chiamano il 112, hanno paura delle ripercussioni e poi oggi fare una denuncia è complicato: ci vuole tempo, testimoni. L’ideale sarebbe procedere d’ufficio, in quel caso il numero delle denunce aumenterebbe. E poi, al di là delle denunce, il problema è che ci sono poche forze dell’ordine presenti negli ospedali". La criticità maggiore, dunque, è sempre la stessa: mancano agenti delle forze dell’ordine. "Qualsiasi iniziativa volta a cercare soluzioni per contrastare la criminalità è la benvenuta. Il problema però sono le risorse umane, serve più personale per i servizi specifici di cui si è parlato al Cosp. Altrimenti noi possiamo avere più agenti negli ospedali ma se il numero totale è lo stesso significa che ci saranno lacune su altri servizi. Oggi l’organico è ridottissimo e ci sono problemi. A livello di aggressioni al personale sanitario direi che la città più colpita è Firenze, anche per l’alto numero di persone che si recano negli ospedali". La sensibilizzazione è un concetto su cui punta anche Opi Firenze-Pistoia: "E’ importante sensibilizzare gli operatori sanitari a denunciare", è il commento del presidente David Nucci.
Niccolò Gramigni