Firenze, 3 ottobre 2024 - Nel 2023 oltre 300 persone si sono rivolte al Centro Ascolto Uomini Maltrattanti (Cam) di Firenze. E' quanto emerso oggi durante l'incontro “Andiamo oltre! Prevenzione della violenza di genere” a cura di Letizia Baroncelli direttrice del Cam, nel corso del Festival Equivalenze 2024, in corso fino al 5 ottobre a Le Murate e alla Rfk International House of Human Rights a Firenze. Il festival è promosso dalle cooperative sociali Il Girasole (parte del consorzio Co&So) e CAT Coop. Soc ed è realizzato grazie anche ai contributi di Burberry Group plc, The Burberry Foundation e International Youth Foundation (Iyf), Sai Sds Firenze, Sai Sds Fiorentina Nord Ovest, Sai Comune di Pontassieve, Lomography, Fondazione CR Firenze, Dal Lago Ttc e tantissime associazioni e realtà che si occupano di diversità. “Prevenire la violenza di genere vuol dire combattere le sue radici culturali e le sue cause, in tal senso, l’attenzione deve essere massima alle nuove generazioni, non solo considerandoli come destinatari degli interventi, bensì coinvolgendoli fin dalle fasi iniziali” afferma Baroncelli. Il Centro Ascolto Uomini Maltrattanti di Firenze è un servizio nato nel 2009, il primo in Italia, rivolto agli uomini che usano violenza nelle relazioni affettive. L'obiettivo principale è aiutare questi uomini a riconoscere e interrompere i comportamenti violenti, promuovendo relazioni basate sul rispetto reciproco e sulla parità.
“Il Cam offre percorsi di cambiamento attraverso colloqui individuali e di gruppo, condotti da professionisti formati. Il programma si concentra sull'acquisizione di consapevolezza rispetto ai comportamenti violenti e sullo sviluppo di modalità alternative per gestire i conflitti senza ricorrere alla violenza. Nel 2023 oltre 300 persone hanno effettuato almeno un colloquio presso il nostro servizio” spiega Baroncelli. “Inoltre, il Centro porta avanti attività di sensibilizzazione e prevenzione primaria sui temi della violenza e degli stereotipi di genere nelle scuole, nelle comunità educative, nelle università, con i migranti e con tutta la cittadinanza, allo scopo di contrastare gli stereotipi legati ai ruoli di genere che spesso sono alla base della violenza”.