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Violenza e droga al parco della Montagnola. Maxi petizione dei residenti: "Ora basta"

Quasi 250 firme raccolte per chiedere più luce e sicurezza nei giardini

Violenza e droga al parco della Montagnola. Maxi petizione dei residenti: "Ora basta"

Una petizione contro il degrado e la delinquenza al parco della Montagnola: la sta promuovendo l’associazione ‘Isolotto vivo’ insieme ai frequentatori del giardino. "Abbiamo già raccolto 240 firme in una settimana, solo al bar Da Vittorio di piazza dei Tigli che si è prestato come punto – annuncia il presidente di Isolotto Vivo Samuele La Rosa (nella foto al parco) – Chiediamo il ritorno della sicurezza alla Montagnola, che è un parco simbolo del quartiere dove sono cresciute e continuano a crescere generazioni di bambini, adolescenti, famiglie: qui sono presenti le scuole, una palestra e impianti sportivi dove i ragazzi dovrebbero essere liberi di andare senza paure. Invece, ormai da mesi è diventato rifugio di balordi, soprattutto nordafricani, che bivaccano, dormono sulle panchine, si ubriacano, si drogano, ma soprattutto spadroneggiano nei giardini e compiono veri e propri atti delinquenziali. Ieri (martedì, ndr) mi sono trovato a scacciare un nordafricano che, probabilmente ubriaco, molestava le persone al parco".

"Ma è solo uno dei tanti episodi e tra i meno gravi, al calar del buio diventa davvero pericoloso – prosegue La Rosa – pesanti avance a donne e persino ragazzine sono all’ordine del giorno, e un mese fa un adolescente che ascoltava tranquillamente la musica su una panchina ha subito un’aggressione a calci e si è trovato un cacciavite puntato alla gola. Nella raccolta firme chiediamo più controlli, ma anche una maggior illuminazione e telecamere. Si può firmare tutti i giorni al bar e se ci fossero altre attività del quartiere che vogliono fare da punto di appoggio, ben venga: invieremo poi la petizione al Comune e alla Prefettura".

‘La Rosa dal cemento’, che dopo un’adolescenza "da malandrino", ironizza, si è affrancato dedicandosi al sociale e alla lotta al degrado nel quartiere, conosce bene i pericoli di crescere in un ambiente violento e degradato:

"Se da bambino, da ragazzetto, vedi tutto questo intorno a te, dove la ha vinta chi sopraffà gli altri, cosa potrai imparare, quali modelli avrai? Noi cittadini abbiamo non solo il diritto di vivere tranquillamente il nostro quartiere, ma anche il dovere di offrire dei luoghi sani dove far crescere i nostri figli. Non ne possiamo più: la vicinanza con le Cascine ci porta questi soggetti, ma noi non vogliamo diventare le nuove Cascine".

Carlo Casini