Vittorio Cecchi Gori compie 80 anni, una vita da film

Gli anni d'oro, il matrimonio con Rita Rusic, la rovinosa caduta. E nel cuore sempre Firenze e la Fiorentina

Vittorio Cecchi Gori

Vittorio Cecchi Gori

Firenze, 26 aprile 2022 - Vittorio Cecchi Gori festeggia mercoledì 27 aprile l'80esimo compleanno. Una vita da film, la sua, un film, come lui stesso disse sfogandosi tempo fa, diventato "all'improvviso brutto". Con una giovinezza spensierata da ricco playboy, talvolta un po' spaccone ma anche sognatore, dopo i successi al cinema e nel calcio con la Fiorentina tra gli anni '80 e '90, l'inizio degli anni 2000 hanno segnato improvvisamente un drammatico ribaltamento nella vita del tycoon fiorentino, con un'escalation inarrestabile di guai: una storia d'amore finita male, con il divorzio dalla moglie Rita Rusic, e soprattutto tanti guai finanziari e giudiziari, compreso il clamoroso fallimento della società viola.

Vittorio Cecchi Gori
Vittorio Cecchi Gori

L'inizio

Vittorio Cecchi Gori nacque a Firenze il 27 aprile 1942, dove vive fino all'adolescenza. Trasferitosi a Roma, si laureò in scienze politiche nell'Università della capitale. Nel frattempo, fin dall'età di 14 anni, era diventato assistente del padre Mario, uno dei più grandi imprenditori cinematografici italiani. Sono anni in cui Vittorio si dà alla dolce vita romana, facendo il 'vitellone': su di lui si narrano numerose storie di flirt con attrici e soubrette, tra cui il fidanzamento con l'attrice Maria Grazia Buccella.

L'incontro con Rita Rusic

Nel 1981 sul set del film ''Asso'', interpretato da Adriano Celentano, Cecchi Gori incontrò l'attrice Rita Rusic, istriana di Pola emigrata a Busto Arsizio. Un colpo di fulmine sancito nel luglio 1983 con il matrimonio. La coppia ha avuto due figli, Vittoria e Marietto. La loro unione è durata sedici anni. Il matrimonio è finito burrascosamente nel maggio del 1999: i legali della Rusic chiesero la separazione per colpa.

L'ombra del padre

Fino al 1993, anno della scomparsa di Mario, Vittorio Cecchi Gori è vissuto all'ombra del padre, contribuendo però al successo dell'attività cinematografica familiare, producendo film che hanno sbancato il botteghino: tanti i titoli dai grandi incassi come 'Il bisbetico domato', 'Mia moglie è una strega', 'Il tenente dei carabinieri', 'Io e mia sorella', 'Le vie del Signore sono finite', 'Il piccolo diavolo', 'Il muro di gomma', 'Johnny Stecchino'. Nel 1991 vince il suo primo Oscar con il film 'Mediterraneo' di Gabriele Salvatores.

La Fiorentina

Dopo la scomparsa del padre, oltre ad assumere la presidenza della Cecchi Gori Group, diventò anche presidente della Fiorentina, il diciassettesimo al vertice della storia del club viola. Fu proprio Vittorio a mettere a segno, quando era ancora presidente il padre, il suo colpo più riuscito: l'ingaggio di Gabriel Omar Batistuta. E sotto la sua presidenza la Fiorentina vinse una Coppa Italia e una Supercoppa italiana nel 1996 e un'altra Coppa Italia nel 2000-2001.

La politica

Nel 1994 iniziò anche l'avventura politica: nel marzo di quell'anno, mentre Silvio Berlusconi trionfava con Forza Italia, venne eletto senatore dei Popolari, carica confermata anche alle elezioni dell'aprile 1996.

Gli anni d'oro

Sono anni d'oro. Il film 'Il postino' con Massimo Troisi gli vale la candidatura all'Oscar come miglior film e gli fa vincere il Bafta come miglior film non in lingua inglese. Tra gli altri riconoscimenti ottenuti in carriera figurano tre David di Donatello su sette candidature. Cecchi Gori è stato il distributore del film 'La vita è bella' di Roberto Benigni, vincitore di tre premi Oscar. Nella seconda metà degli anni '90 i film prodotti dalla Cecchi Gori Group sono stati campioni d'incasso, come testimonia per tutti 'Il ciclone' del comico fiorentino Leonardo Pieraccioni. E proprio alla Rusic, che aveva acquistato sempre più potere nella casa cinematografica di famiglia, si deve la scoperta di Pieraccioni ma anche di altri giovani registi dell'epoca come ad esempio Paolo Virzì.

Le televisioni

Nel frattempo, accanto a quella di produttore cinematografico, decise di diventare anche proprietario di televisioni, mettendosi in testa di voler creare un impero dell'etere per fare concorrenza a Berlusconi. Così nel 1994 Vittorio Cecchi Gori acquistò l'emittente regionale toscana Canale 10, mentre nel 1995 comprò Videomusic, trasferendone la sede a Firenze, poi chiamata Tmc2 (tra il 1996 e il '97), e Telemontecarlo (poi diventata l'attuale La7 nel 2001) ed entrò anche nell'azionariato di Telepiù, la prima pay-tv italiana.

Era l'inizio del progetto del cosiddetto terzo polo tv, che sarebbe naufragato negli anni a venire, con la vendita di Telemontecarlo alla Seat.

L'inizio del declino

Il 2001 è il primo "anno nero" di Vittorio Cecchi Gori. Il 7 giugno Rita Rusic presentò al Tribunale di Los Angeles la richiesta di metà del patrimonio dell'ex marito, stimato allora intorno ai 4.500 miliardi di vecchie lire, appellandosi a un accordo prematrimoniale. Nell'estate del 2001 Cecchi Gori l' avviso di garanzia per concorso in riciclaggio e lo  scandalo: il 5 luglio, alle 8 del mattino, a Roma fu perquisito Palazzo Borghese, la residenza romana di Vittorio. Il produttore stava ancora dormendo, con accanto l'attrice Valeria Marini (all'epoca sua fidanzata, con una relazione fissa durata tre anni), quando fu svegliato dagli agenti di polizia, che scoprirono un nascondiglio nella stanza da letto dietro un grande specchio. E durante la perquisizione gli agenti avevano trovato anche della polvere bianca nella cassaforte dello storico palazzo. Gli avvocati del produttore fiorentino smentirono che si trattasse di droga, mentre gli esami della polizia scientifica confermarono che si trattava di cocaina. Si racconta che il produttore si difese dicendo che la polvere era "zafferano".

Il 3 giugno 2008 l'arresto per bancarotta fraudolenta della Safin. Il 25 luglio 2011 il nuovo arresto per bancarotta fraudolenta. Nel corso delle investigazioni era infatti emerso che Cecchi Gori aveva distratto i beni del patrimonio sociale della Fin.Ma.Vi. Spa, causando un passivo fallimentare di circa 600 milioni di euro. Il 1º febbraio 2013 si concluse il processo con una condanna a 6 anni di reclusione e la confisca del capitale sociale delle società "Fin.Ma.Vi. Cecchi Gori Cinema e Spettacolo" e "New Fair Film" confermando anche il sequestro delle quote delle società "Adriano Entertainment" e "Vip 1997". Il 7 ottobre 2013 la condanna nell'ambito del processo per il crac Fin.Ma.Vi. a sette anni di reclusione. Il 27 febbraio 2020 la Cassazione confermò la condanna a 5 anni e 6 mesi di reclusione per il fallimento da 24 milioni di euro relativo alla Fin.Ma.Vi. Due giorni dopo l'arresto per reati finanziari e bancarotta fraudolenta: doveva scontare una pena di 8 anni, 5 mesi e 26 giorni di reclusione. Pochi giorni dopo scoppiò l'emergenza da Covid e visto il precario stato di salute a Vittorio Cecchi Gori il giudice di Sorveglianza applicò gli arresti domiciliari. Insomma, una vita veramente da film.