Di solito funziona così: "Buongiorno, è il signor Rossi?". Dal momento che il truffatore conosce già i nostri dati e il cognome sarà ovviamente quello giusto, l’ignara vittima è portata a rispondere affermativamente, con un "sì" che verrà abilmente montato ad arte nella registrazione vocale della telefonata, in modo da essere utilizzato per l’attivazione di un nuovo contratto. Di storie sui tavoli di Federconsumatori Toscana ce ne sono tante. E quasi tutte cominciano così. Ad esempio quella di Cristina Calamandrei, fiorentina di 58 anni, titolare di un’attività in piazza San Marco. O meglio, questo è l’inizio della storia dei suoi genitori che hanno firmato a loro insaputa un contratto di cambio fornitura per elettricità e gas con una società che per mesi è rimasta fantasma. Lui 87enne che ora non c’è più, affetto da Alzheimer, lei quasi 80 anni, hanno rischiato di rimanere al buio e a termosifoni spenti. "A mio padre è arrivata una telefonata e lui non ha saputo riportarci la conversazione ma mia madre, che era accanto, ha preso il telefono e ha detto all’interlocutrice che non erano interessati a niente. Subito dopo, e per almeno sei mesi, non è arrivata più la bolletta ma nessuno si è reso conto di nulla", racconta Calamandrei. Quando un giorno i tecnici hanno bussato alla porta per staccare le forniture, la famiglia si è resa conto dei problemi. "Per mesi sono stata alla ricerca della società con cui mia madre, senza saperne nulla, avrebbe firmato il contratto. Quando sono riuscita a rintracciarla, ho chiesto il documento sottoscritto, ma non lo avevano, e anche le bollette. Mi hanno riferito di averle spedite sulla e-mail di mia madre, che non sapeva nemmeno di averla". Oltre al danno, anche la beffa. Per evitare che ai suoi genitori fossero staccate le utenze, Cristina ha chiesto per mesi al nuovo gestori gli arretrati da pagare. "Sono riuscita ad avere la bolletta dell’elettricità con un conto da più di 1.500 euro e quella del gas solo poche settimane fa. E’ vergognoso. Nel frattempo sto continuando a pagare perché non posso permettere che la mamma resti al buio e al freddo", aggiunge.
In coda agli sportelli di Federconsumatori c’è anche l’ottantenne che a settembre si è vista recapitare la bolletta di una società che non era più quella con la quale aveva rapporti da anni. I legali di Federconsumatori hanno scoperto che la registrazione con la quale la donna avrebbe dato il consenso era stata falsificata: la voce non era la sua. Due ottantenni invece hanno ricevuto una visita porta a porta e, quando la moglie per un attimo si è allontanata per andare in bagno, il marito malato di Alzheimer, ha firmato il contratto: "Lei – sottolinea Laura Grandi, presidente Federconsumatori Toscana - è sotto choc. Si sente in colpa".
ross.c.