Hanno scelto di restare, Dalia Lezzi e suo marito. Ricordano la sera del 2 novembre passo per passo. Erano sul divano quando sentirono i vicini che iniziavano ad allarmarsi. La pioggia stava aumentando e Dalia chiese al marito se non fosse il caso di spostare la macchina dal cortile accanto. Non fecero in tempo ad aprire la porta che l’acqua invase il soggiorno, poi la cucina fino ad arrivare allo sbocco sul giardino. Chiusero in fretta la porta tamponando con coperte e asciugamani, ma il fiume continuò ad avanzare. A questo punto la porta era bloccata dalla forza dell’acqua, l’unica via d’uscita il ballatoio sul giardino. Con una scala raggiunsero un tetto nelle vicinanze e assistettero alla devastazione che acqua e fango creavano intorno a loro. Rimasero sotto la pioggia fino alle 4,30, con i vicini che passavano loro dai balconi vicini quel poco che poteva essere utile per superare la notte.
Dalia non dimentica. La casa era stata acquistata nel 2021 e con l’entusiasmo dei novelli sposi stavano finendo di arredarla. Quello che rimaneva era solo l’ombra del loro nido d’amore. "Moltissime personene vennero a darci mano, non fosse stato per loro non so come avremmo fatto", spiega Dalia. Dopo un mese di ospitalità qua e là, la decisione: tornare ad abitarla ricostruendola. Una scelta difficile, ma quello era ancora il loro posto e per nulla al mondo lo avrebbero abbandonato. Col supporto di una raccolta fondi della Chiesa Evangelica da loro frequentata, insieme all’aiuto di amici e parenti, la vita è ripartita: "I primi giorni ci siamo adattati. In molti ci sconsigliavano di rimanere, ma avevamo bisogno di casa nostra. Non è stato facile e devo ringraziare chi si è prodigato per noi, lo Stato non si è ancora fatto vedere". L’ammontare dei danni è stimato per circa 90mila euro, al momento ne sono stati promessi tremila di fondi regionali, non ancora arrivati. La casa inizia a riprendere forma, ma sono ancora molti i lavori da fare. Insieme a questo, l’immobile continua a presentare i conti, con muffa, umidità e anomalie strutturali. "Le porte non si chiudono, in diversi punti dovremo togliere l’intonaco e ristrutturare buona parte della casa. A distanza di mesi al suono della pioggia ho una gran paura, come se non avessi mai superato davvero quella notte".
Mattia Lupini