Remy Morandi
Remy Morandi
Cronaca

Il giorno dopo: montagne di rifiuti e fango, le scarpe sporche dei volontari. “Possiamo dare una mano?”

Da Grassina a Sesto Fiorentino. Dopo l’ondata di maltempo e gli allagamenti residenti e volontari al lavoro con stivali di gomma, pale e secchielli. Per alcuni non è la prima alluvione da affrontare. E i danni sono ingenti

Il giorno dopo: montagne di rifiuti e fango, le scarpe sporche dei volontari. “Possiamo dare una mano?”

Firenze, 15 marzo 2025 – Il giorno dopo l’alluvione e gli allagamenti. Sveglia presto. Abiti di seconda mano, stivali di gomma, secchielli, pale e chi non le ha vanno bene anche le scope. Sono tanti, troppi i comuni colpiti, le zone da liberare, le case da pulire da acqua e fango. Ai lati delle strade montagne di rifiuti. Materassi, divani, mobili, libri, televisori. E magari anche ricordi. Tutto da buttare via. 

La montagna di rifiuti da buttare in via pian di Grassina, Bagno a Ripoli
La montagna di rifiuti da buttare in via pian di Grassina, Bagno a Ripoli

Così si sono svegliate le zone del Fiorentino colpite dalla violenta ondata di maltempo di venerdì 14 marzo 2025. Da Grassina a Sesto Fiorentino. Tutti nella stessa situazione. Cose da buttare, acqua e fango da spalare. Nei volti cupi dei residenti c’è rabbia ed esasperazione. In via pian di Grassina “è la seconda volta in tre anni che ci ritroviamo a buttare via mobili, a ripulire garage e seminterrati”, lamenta un residente. 

Il giorno dopo: montagne di rifiuti e fango, le scarpe sporche dei volontari. “Possiamo dare una mano?”

Nel dramma però spuntano anche sorrisi, forzati ma utili per cercare di sdrammatizzare la situazione. Sono quelli dei volontari, degli angeli del fango, che arrivano muniti di stivali di gomma, secchielli e guanti chiedendo di poter dare una mano. 

A Sesto Fiorentino, ad esempio, all’oratorio San Luigi, sono arrivati tanti ragazzi. “Frequento l’oratorio da quando sono piccolo – dice un volontario –, è una seconda casa per me. Ci siamo sentiti in dovere di intervenire per dare una mano”. “Siamo la comunità e si cerca di aiutare”, dice un’altra. “Sono venuta qui per dare una mano – un’altra giovane – in questa grave situazione. Cerchiamo di rendere praticabile il prima possibile questo posto”. 

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Per gli interventi più importanti ci sono le ruspe. Ci sono ancora tanti detriti, cumuli di fango, da spostare, da smaltire. Alcuni sottopassi sono ancora allagati e auto sommerse giacciono distese sotto montagne di acqua. 

La lotta contro il fango andrà avanti, per molto tempo. Perché se l’alluvione arriva e in pochissimi minuti porta via tutto, ci vorranno giorni e giorni per sistemare tutto. Nella speranza che vengano realizzati – e che non rimangano solo vuote promesse – quegli interventi e quelle opere che i cittadini chiedono da tempo. Per non doversi trovare ancora una volta a ritirare fuori stivali, pale e secchielli.