MANUELA PLASTINA
MANUELA PLASTINA
Cronaca

I volontari: “Persone da ammirare”. Ma cala la partecipazione

L’indagine di Cesvot fotografa tanta voglia di fare volontariato, ma solo uno su 4 la mette in pratica. Diminuisce la fiducia nelle istituzioni e nella politica

La presentazione dell'indagine Cesvot

La presentazione dell'indagine Cesvot

Firenze, 1 aprile 2025 – Due milioni di toscani si dicono disposti a un’esperienza di volontariato, considerando chi lo fa una “persona da ammirare”. Ma solo 500 mila cittadini svolgono davvero un’attività volontaria. Dall’ultima indagine Cesvot, presentata questa mattina dal presidente Luigi Paccosi, il volontariato si conferma un pilastro fondamentale della società toscana, capace di colmare il divario di fiducia tra cittadini e istituzioni e di rappresentare una risposta concreta ai bisogni emergenti della comunità. L’indagine demoscopica è stata realizzata da Sociometrica per Cesvot sul rapporto tra i cittadini toscani, la partecipazione civica e il terzo settore. Aumenta la fiducia nei volontari (l’84,4% dei toscani li considera da ammirare); quasi un terzo della popolazione toscana 31,8% dichiara di svolgere attività di volontariato tra forme organizzate (17,7%) e iniziative spontanee (14,1%). In valore assoluto le persone coinvolte in forme di volontariato organizzato in Toscana sono 556.310; il 28,4% svolge volontariato regolarmente, una platea di 282.869 persone che considera l’aiuto agli altri parte della propria quotidianità. Il terzo settore è considerato cruciale nel supporto alle persone vulnerabili (49,3%), nella prevenzione e salute pubblica (41,1%), contro la povertà e emarginazione (39,9%), nell’integrazione e inclusione sociale (26,7%), nella sostenibilità ambientale (20,8%) e nella valorizzazione della cultura (16,9%). Se in tanti si dicono disponibili a un’esperienza di volontariato per il desiderio di contribuire al bene comune (43,9% delle risposte), pongono però delle condizioni: flessibilità nella gestione del tempo (28,3%), fiducia e reputazione dell’associazione e delle persone coinvolte (26,4%) significato e impatto dell’attività risultano determinanti per il 33,3% degli intervistati, chiarezza organizzativa di compiti e ruoli (12,3%).

Mostra segni di crisi invece la partecipazione politica: solo il 36% degli intervistati esprime un giudizio positivo sulle istituzioni, con un dato ancora più basso per le aziende private (33,1%). Il 48,1% ritiene che oggi i cittadini partecipino meno alla vita politica rispetto al passato, sottolineando un disimpegno crescente nei processi democratici tradizionali.

La percezione di deterioramento riguarda anche i servizi pubblici di welfare: il 68,9% degli intervistati ritiene che negli ultimi anni i servizi di sanità, pensioni e assistenza sociale siano diventati meno accessibili o meno efficaci. Si prospetta dunque un quadro di “migrazione dell’impegno” dalla sfera politica tradizionale a quella dell’impegno civico e solidaristico, percepita come più efficace, trasparente e gratificante.