Firenze, 17 giugno 2019 - “Se lo conoscevo? Certo che si, era il padrino di mio figlio” ricorda la scenografa romana Giovanna Deodato. Ci racconti un po’ di Franco Zeffirelli: “Devo dire che era una persona molto sensibile, anzi a volte era quasi profetico”.
In che senso? "Quando ero incinta eravamo a Rio de Janeiro e lui era in Brasile perché doveva rappresentare la Traviata - dice la signora Deodato - durante una pausa, mi toccò la pancia e mi disse: questo bimbo nasce domani a mezzogiorno, la mattina dopo alle sei mi sono venute le doglie ed è nato mio figlio".
Una gioia enorme, che catturò anche lo stesso Zeffirelli. "Proprio così, il maestro venne subito in ospedale ed iniziò ad urlare è nato Luca, è nato Luca io non sapevo chi fosse Luca - ricorda ancora Giovanna - infatti il nome a mio figlio lo diede Zeffirelli, fu lui a sceglierlo, dopo mi ha spiegato che aveva scelto questo nome pensando a Luca l’evangelista".
Era primo luglio del 1979. Il battesimo poi lo abbiamo celebrato quattro mesi dopo, perché nel frattempo il grande registra fiorentino era tornato in Italia, ma in autunno fece il volo inverso per il Brasile proprio per fare il padrino di Luca, morto giovane a causa di una grave malattia.