MANUELA PLASTINA
Cronaca

Zodiac, riapertura con handicap

Dopo un grosso investimento sulla struttura e l’inaugurazione ora si rischia una nuova chiusura

di Manuela Plastina

A un anno esatto dall’agognata inaugurazione della nuova vita dello Zodiac firmata Rari Nantes Florentia, la piscina di Tavarnuzze rischia di chiudere i battenti. "Le condizioni rispetto a due anni, quando abbiamo fatto la nostra proposta di gestione al Comune – spiega Andrea Pieri, presidente della società nonché vicepresidente federale e presidente del comitato organizzatore degli Europei di Nuoto Roma 2022 – sono totalmente cambiate, con costi delle utenze quadruplicati negli ultimi mesi". E di soldi sullo Zodiac ne sono stati già investiti parecchi.

"All’offerta economica che ci ha permesso di vincere il bando di gestione – ricorda – si sono aggiunti i costi inattesi di quanto abbiamo trovato da risistemare nella struttura. Ma ci siamo rimboccati le maniche per mettere a disposizione della comunità tutta la nostra esperienza sia in termini didattici che di gestione".

Gli atleti del Chianti hanno trovato nello Zodiac un luogo dove allenarsi più vicino casa, invece di dover arrivare fino a Firenze. Ci sono state manifestazioni sportive, ma anche tanti giovanissimi e anziani hanno apprezzato questo luogo "sano, dove sentirsi al sicuro, vivere esperienze positive di sport e attività fisica. Anche i centri estivi sono stati un successo. Siamo un punto di riferimento sociale nel comprensorio con un contributo importante per le famiglie" dice Pieri. Ma le bollette sono troppo elevate per farcela e il rischio di chiudere è alle porte.

"Lunedì avrò un incontro con l’amministrazione comunale di Impruneta. Dobbiamo chiedere di rivedere le condizioni contrattuali, come previsto dal codice degli appalti per casi straordinari come questo. Altrimenti non ce la facciamo a portare avanti un’offerta economica risalente a due anni fa, ma oggi non ipotizzabile".

La speranza del presidente della Rari Nantes Pieri è che l’amministrazione comunale possa andare incontro alle nuove esigenze della gestione. Non ci sarebbero alternative, se non l’imminente chiusura. E stavolta non per fare lavori e migliorie, ma – s teme – per attendere tempi migliori, rischiando di vedere andare in degrado quanto di buono è stato da poco fatto.