Firenze, 5 febbraio 2025 - Il 5 febbraio per l’Istituto degli Innocenti segna una data importante: l’arrivo della prima bambina, accolta nel 1445, o più esattamente nel 1444 secondo il calendario fiorentino che cominciava il 25 marzo e finiva il 24 marzo. A quella bambina fu dato il nome di Agata Smeralda come si legge nel “Libro dei fanciugli” e come la storia dell’Istituto ha tramandato. Ma i documenti conservati nell’Archivio storico dell’Istituto degli Innocenti svelano la presenza anche di una seconda Agata Smeralda.
Una bambina lasciata nella pila quattro anni dopo, nello stesso 5 febbraio, giorno dedicato a Sant’Agata. A lei fu dato il nome della prima ospite dell’Istituto che evidentemente già allora era rimasto ben impresso nella mente di chi era chiamato a registrare l’ingresso dei neonati. Entrambe le bambine non avevano con sé nessun segno di riconoscimento, si legge nel “Libro dei fanciugli”, il che induce a pensare che era già prassi comune lasciare un segnale di riconoscimento ai bambini che si abbandonavano, nell’eventualità che si potessero in seguito ritrovare. Nelle registrazioni si annota chi fu a lasciare le bambine nella pila e cosa avevano con sé: “Recholla monna Antonia per suo diritto nome era chiamata per altro nome monna Giovanna di Recho co lla detta fanculla 2 quartieri di ghonnellaccia bigella rotte per pezze lane, 4 pezze line, 1 pezzuolo di peza lana per in chapo, 2 fasce nuove e non recho niuno altro sengno chon secho la detta Agata e Smeralda” si legge nel Libro dei fanciugli del 5 febbraio del 1445.
La seconda bambina che fu battezzata con il nome Agata Smeralda arrivò nel 1448 (oggi 1449) e fu messa nella pila da una donna di nome Tita. “Adì 5 di febraio 1448 a ore 15 ci fue rechato e messo nella pila una banculla femina e recholla una donna che a nome monna Tita lavoratore di Lucha Pitti e disse ch’era figliuola della fante di Lucha detto che a nome monna Piera […] Adi detto facemola batezare e ponemoli nome Aghata (e Smeralda)” si legge nel Libro dei fanciugli dell’epoca. Se la prima "gettatella" arrivò il 5 febbraio del 1445 e fu chiamata Agata Smeralda, gli ultimi due bambini vennero lasciati alla "finestrella ferrata" la notte del 30 giugno 1875 e battezzati, non a caso, Laudata Chiusuri e Ultimo Lasciati. Il giorno dopo, nel giovane Stato Italiano, l’abbandono di minori sarebbe diventato un reato. Ma non per questo l’Istituto degli Innocenti smise di accogliere tutti quei neonati che, per un motivo o per l’altro, non potevano essere cresciuti dai genitori. Fu istituito l’Ufficio di consegna e la tradizione di accoglienza andò avanti con lo stesso impegno, lo stesso amore e la stessa riservatezza.
Maurizio Costanzo