REDAZIONE FIRENZE

Alessandro Barbero riceve il diploma ‘honoris causa’ in archivistica

Presso l’Archivio di Stato di Firenze c’è stata la cerimonia di consegna del diploma al professore

Da sinistra, il direttore generale Archivi Antonio Tarasco, il professor Barbero e la direttirece dell'Archivio di Stato Paola D'Orsi

Da sinistra, il direttore generale Archivi Antonio Tarasco, il professor Barbero e la direttirece dell'Archivio di Stato Paola D'Orsi

Firenze, 29 ottobre – Lo storico e saggista, Alessandro Barbero, ha ricevuto il diploma honoris causa della Scuola di Archivistica, Paleografia e Diplomatica dell'Archivio di Stato di Firenze. Barbero, per ventisei anni professore ordinario di Storia Medievale all'Università del Piemonte Orientale, si colloca tra le figure del mondo accademico che hanno saputo meglio coniugare attività scientifica e capacità didattica con un intenso impegno per la divulgazione della storia. Il riconoscimento è stato conferito con questa motivazione: "Ha saputo utilizzare con efficacia tutte le risorse comunicative disponibili oggi, associate ad un linguaggio chiaro e piano ma mai banale che, pur senza mai dimenticare l'analisi delle fonti storiche, è riuscito ad avvicinare il più vasto pubblico a questioni storiografiche anche molto complesse, suscitando in particolare nei giovani un vivo interesse per la storia e le sue fonti".

"Esprimo il mio vivo apprezzamento per il conferimento del Diploma Honoris Causa da parte della Scuola di Archivistica, Paleografia e Diplomatica dell'Archivio di Stato di Firenze, punto di riferimento per i ricercatori di tutto il mondo, e luogo a me assai caro per le preziosissime fonti qui conservate, che hanno alimentato una parte significativa del mio lavoro. Per questo sono lieto di aver contribuito a diffondere la conoscenza del patrimonio archivistico come base scientifica di quello straordinario scenario che è la Storia", dichiara il professor Barbero.

"Questo riconoscimento non solo celebra lo straordinario contributo del professor Barbero alla ricerca storica e alla divulgazione, ma evidenzia anche l'importanza cruciale della formazione archivistica e della valorizzazione del nostro patrimonio documentario che avviene attraverso le 17 Scuole di Archivistica, Paleografia e Diplomatica istituite presso gli Archivi di Stato", commenta il Direttore generale Archivi, Antonio Tarasco.

"L'impegno del prof. Barbero per una divulgazione storica di qualità ha attivato un importante impatto cognitivo nei confronti di nuovi e diversi pubblici, contribuendo a incrementare l'accessibilità delle fonti archivistiche, a partire da quelle conservate all'Archivio di Stato di Firenze. Per questo motivo la nostra Scuola di Archivistica, Paleografia e Diplomatica, luogo in cui si insegna come 'entrando in un grande Archivio, l'uomo sappia come ricercare fra quanto può esservi', ha voluto proporre questo conferimento Honoris Causa", dichiara la Direttrice dell'Archivio di Stato di Firenze, Paola D'Orsi.

Per l'occasione è stato esposto il cosiddetto "Libro di Montaperti", ovvero ciò che rimane dell'archivio dell'esercito fiorentino, catturato sul campo dai senesi, portato in città, e lì conservato a perenne ricordo della loro vittoria, ma che nel 1556, dopo la conquista di Siena da parte di Cosimo I, il duca fece riportare a Firenze dove da allora è custodito. La battaglia di Montaperti, combattuta a pochi chilometri a sud-est di Siena il 4 settembre 1260, "è una storia molto italiana di campanili, non c'è solo in Toscana che gli italiani hanno questa caratteristica di odiarsi tra di loro. La cosa meravigliosa è che questo ci rende italiani. Significa appartenere a una città, una regione, con una fortissima identità. La battaglia di Montaperti è una bellissima sfida per uno storico", dichiara lo storico. "Quello che posso fare oggi” ha aggiunto Barbero a margine, “non è raccontare cosa è successo quel giorno del 1260. Cosa è successo davvero nessuno lo sa. Io posso raccontare cosa si ricordavano i senesi e cosa si ricordavano i fiorentini. Si ricordavano due cose completamente diverse".