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Anna Netrebko
Firenze, 21 febbraio 2025 – Al Teatro del Maggio Fiorentino stasera torna Anna Netrebko, il celebre soprano tra più acclamati degli ultimi decenni, protagonista di alcune delle interpretazioni più luminose nei più importanti templi internazionali della musica. Per quella che è l’unica tappa italiana, la cantante ha scelto una ricca selezione di brani composti da Pëtr Il’ič Čajkovskij, Sergej Rachmaninov, Ruggero Leoncavallo, Vincenzo Bellini, Richard Strauss e altri. Al suo fianco il mezzosoprano Elena Maximova e al pianoforte Pavel Nebolsin. Il concerto inizierà alle 20.
Firenze è l’unica tappa italiana del suo tour di concerti. Qual è il suo rapporto con la nostra città? E con il Teatro del Maggio?
“Tutta l’Italia ha un posto speciale nel mio cuore. Avrei voluto esibirmi più spesso a Firenze, che ha questa magica combinazione di architettura, arte e cucina. Le mie prime esibizioni in questa splendida città risalgono al 2000 (Messa in si minore) e al 2001 (Judas Maccabaeus), seguite da un concerto con Yusif Eyvazov e Marco Armiliato nel 2021. Non vedo l’ora di essere di nuovo su quel palco. Stiamo già discutendo di progetti futuri, spero che non dovremo aspettare tanto per rivederci”.
Stasera presenterà un programma molto colto e raffinato, internazionale e raro e con tre compositori italiani: Leoncavallo, Cilea e Bellini. Può spiegarci come l’ha concepito?
“Mi piace molto prendermi del tempo per costruire i programmi dei miei recital. Mi motiva, ma credo che crei anche un’esperienza più ricca per il pubblico. Per questa tournée, la scelta del repertorio è stata guidata dai quattro capitoli, i primi due incentrati sulla natura e gli altri sull’architettura. Sono stata particolarmente entusiasta di rivisitare l’aria di Giulietta da ’I Capuleti e i Montecchi’ di Bellini che non cantavo in scena dal 2012. La mia voce è cambiata con il tempo. Cresce anche con l’espandersi del mio repertorio, che è già piuttosto vasto. Cerco sempre di mantenere la mia voce il più fresca possibile. Questo è uno dei motivi per cui a volte ritorno a un modo di cantare più leggero, che mi aiuta. Ho interpretato alcuni dei ruoli più difficili scritti per la voce di soprano e sto ancora cantando dopo oltre 30 anni di carriera”.
Secondo lei, l’opera lirica è ancora la carta d’identità della cultura italiana nel mondo?
“Assolutamente sì. Insieme alla musica dei compositori russi, la musica italiana è una delle mie preferite”.
E ha visto l’ultimo Sanremo?
“Conosco bene la kermesse. Quando ero piccola, negli anni ‘80 e ‘90 Sanremo era molto popolare in Russia. Tutti conoscevamo le canzoni e i cantanti: i Ricchi e Poveri, Toto Cutugno, Adriano Celentano, i Matia Bazar, Al Bano e Romina Power, e tanti altri”.
Le piace il pop lirico di Andrea Bocelli o del trio Il Volo? Pensa che possano avvicinare più pubblico al mondo dell’opera?
“Se qualcuno è al top, significa che se lo merita per il talento e tempismo del suo successo. Loro se lo meritano ed è per questo che sono così popolari”.
Ha visto ’Maria, il film su Maria Callas? Come giudica l’interpretazione della Jolie?
“Sicuramente la Jolie sarà stata meravigliosa ma ancora non l’ho visto. Personalmente non sceglierei mai di ’rileggere’ la storia di Maria Callas, penso che sia intoccabile, ma adesso i tempi sono diversi”.
Le piacerebbe recitare in un film? C’è un’opera che più di altre si adatta a diventare una pellicola?
“Ho avuto la possibilità di fare un cameo nel film ’Principe azzurro cercasi’. Anche se non è facile conciliare tutti gli impegni, prenderei in seria considerazione la possibilità di partecipare a un altro progetto cinematografico. Noi cantanti lirici recitiamo sempre, quindi non credo che sarebbe molto diverso dal recitare un ruolo da protagonista in un film. Tutte le bambine sognano di diventare attrici o principesse. Io ho scelto il mondo dell’opera perché è molto più interessante, intenso e diverso”.
Cosa suggerisce per avvicinare le nuove generazioni all’opera?
“In primis preservare l’educazione musicale nelle scuole, che è una delle prime materie che vengono tagliate quando i bilanci si restringono. Anche i genitori hanno un ruolo importante, attraverso la musica che ascoltano a casa, le attività extrascolastiche a cui iscrivono i figli e, con la giusta scelta del repertorio, esponendo i figli all’opera”.
(Ha collaborato Chiara Caselli)