
Da sinistra Fabio Martini, Marina Pucci, Piero Pruneti, Francesco Palumbo
Firenze, 1 marzo 2022 - Le ossa da sempre raccontano tante cose. Persino quelle della preistoria, che a saperle leggere svelano, ad esempio, quale sia stato il ruolo della donna agli albori dell’umanità, per niente marginale rispetto all’uomo. Tra i film da non perdere alla IV edizione di “Firenze Archeofilm”, c’è proprio “L’enigma delle ossa“ ovvero la rivoluzione di genere nella preistoria”, in programma dal 2 marzo al cinema La Compagnia (www.cinemalacompagnia.it). E’ qui che si svolgerà fino a domenica 6 marzo il festival internazionale della rivista “Archeologia Viva” (Giunti Editore), con 60 film in concorso, anteprime nazionali, proiezioni non stop, dalla mattina alla seconda serata, ospiti internazionali e incontri con i registi; grandi scoperte, immagini inedite, tutto a ingresso gratuito.
Alla fine sarà il pubblico a votare e scegliere a chi assegnare la IV edizione del Premio Firenze Archeofilm.
Tornando al passato remoto, “L’Enigma delle ossa ovvero la rivoluzione di genere nella preistoria“ (mercoledì 2 marzo, nel pomeriggio), affronta per la prima volta la questione del rapporto, maschile femminile nella preistoria, ribaltando il cliché, prove archeologiche alla mano, per cui il “capofamiglia” dovesse essere sicuramente un maschio.
Restando ai primordi dell’umanità, la grande produzione francese "Stonehenge, le origini svelate" (giovedì 3 marzo, ore 16) squarcia finalmente il velo sugli ultimi misteri del circolo megalitico più conosciuto al mondo. Con il documentario Città del Vaticano alla ricerca dell’eternità (giovedì 3 marzo, ore 22.00) per la prima volta al cinema si indaga sulla storia architettonica, lunga duemila anni, del Vaticano; e ancora, D’Artagnan e i tre moschettieri: la storia vera (sabato 6 marzo mattina), racconta sul grande schermo la vera storia di D’Artagnan e porta sulle tracce dell’iconico dramma storico, romantico, di Alexandre Dumas (padre); La flotta delle Indie (venerdì 4 marzo) documenta di fatto le prime prove di globalizzazione, con la scoperta dell’America; la minaccia di una nuova Pompei alle pendici del Vesuvio e il grande tema della possibile previsione di nuove eruzioni vulcaniche è infine al centro del film La prossima Pompei in programma mercoledì 2 marzo.
Egitto che passione: in programma al festival i documentari Il mondo di Cheope (giovedì 3 marzo), 70 milioni di mummie animali (venerdì 4 marzo) Il busto di Nefertiti: nascita di un’icona (sabato 5 marzo).
L’incredibile storia degli “Angeli dell’arte” ad Aleppo: arrivano in Italia per la prima volta le immagini del salvataggio del museo della città siriana, da parte di una squadra di archeologi e volontari impegnati in una corsa contro il tempo. S’intitola Il testamento di Ciriaco il film di Olivier Bourgeois, interamente girato dentro al Museo archeologico di Aleppo durante la guerra civile in Siria del 2011, che ripercorre la corsa contro il tempo di archeologi e custodi per mettere in salvo oltre ventimila opere (una di queste restaurata in loco dall’Università di Firenze).
L’archeologia in 3D, come non si era mai vista: nei giorni 4 e 5 marzo ci si potrà immergere in un’esperienza multimediale con Noto. Il giorno della paura. 1693. Grazie ad un apposito visore si rivive lo spaventoso terremoto che l’11 gennaio del 1693 sconvolse in Sicilia la Val di Noto. Ogni personaggio in 3D ha una controparte nella vita reale che ha prestato le fattezze al proprio omologo digitale. In questo processo, gli autori hanno voluto valorizzare con tratti di persone reali (anziché generate proceduralmente al computer) i protagonisti storici dell’epoca del sisma. La premessa narrativa ha quindi posto le basi per una fase di selezione via casting dei protagonisti, conclusasi con la scelta dei 20 attori per le 20 figure da replicare digitalmente.
In programma poi il suggestivo Al tempo dei dinosauri (sabato 5 marzo, ore 16.00), che narra l’incredibile scoperta di nuove specie di dinosauri negli ultimi vent’anni, combinata con le ricostruzioni in 3D, altamente realistiche, che assicurano spettacolarità al documentario presentato in anteprima nazionale.
Altro tema centrale di Firenze Archeofilm, l’Ambiente: l’Amazzonia e la regione indiana del Ladakh chiudono il festival. Il film tutto italiano Guerra all’Amazzonia (domenica 6 marzo mattina) documenta un viaggio attraverso il Brasile per raccontare come gli incendi e il disboscamento illegale stiano vincendo la partita contro l’Amazzonia. E alla fine della giornata – e in chiusura del festival - presentato dal regista Nicolò Bongiorno, ci sarà il film Songs of the Water Spirits (domenica 6 marzo pomeriggio): la descrizione di una profonda trasformazione sociale nel territorio indiano del Ladakh, ai piedi dell’Himalaya, connotato da antiche tradizioni che rischiano di essere cancellate da uno sviluppo troppo rampante, che mette a rischio l’ambiente e snatura la cultura locale.
Al termine della manifestazione saranno assegnati i seguenti riconoscimenti: il Premio “Firenze Archeofilm” al film più votato dal pubblico; il Premio “Università di Firenze”; il Premio “Museo e Istituto Fiorentino di Preistoria Paolo Graziosi” al miglior film di archeologia preistorica e il Premio “Archeologia Viva” per la comunicazione del patrimonio ambientale.
«Il cinema – dichiara il direttore artistico di Firenze Archeofilm Dario Di Blasi – è uno strumento formidabile per raccontare la storia in modo approfondito e coinvolgente. Trasmette conoscenza, cultura, sapere scientifico. Il mondo antico aspetta di essere raccontato, non solo descritto». Info e programma completo: www.firenzearcheofilm.it
«Firenze Archeofilm - ha detto il direttore di Archeologia Viva, Piero Pruneti –, vuole contribuire alla diffusione della cultura della pace, contro ogni guerra. Come festival ci impegneremo per avere un resoconto, grazie ai documentari, delle perdite dovute alla guerra in atto in Ucraina, per siti archeologici e opere d’arte». “Firenze Archeofilm - ha dichiarato il direttore della rivista “Archeologia Viva” (Giunti Editore), che organizza il Festival, Piero Pruneti - in questo particolare momento di crisi internazionale, vuole contribuire alla diffusione della Cultura della Pace, contro ogni tipo di guerra. Come festival ci impegneremo affinché, nelle prossime edizioni, si possa fare un resoconto, grazie ai documentari, delle perdite dovute alla guerra in atto in Ucraina, per quel che riguarda i siti archeologici e le opere d’arte, che come sappiamo, sono un patrimonio importantissimo e allo stesso tempo molto vulnerabile, da salvaguardare e tramandare».