Firenze, 30 maggio 2021 - Un caldo un po' infernale, dispersivo, dentro il quale si consumano trame di poveri amanti alle prese con giochi più grandi di loro. Francesco Capaldo è un leopardista a cui dobbiamo una bella edizione dei 'Canti' edita da Giunti, è un docente di Lettere nelle scuole superiori fiorentine, e accanto al filone lirico e drammaturgico ('Voce nova' per ed. Fratini; 'La promessa del giorno', 'La signora Orlandi', editi da Ladolfi), esplora anche quello narrativo, come ha fatto con 'Come ombre', 'Fino in fondo' (Ed. Progetto Cultura) e ora, per Contamina, con 'L'estate di Caronte'. Con questo romanzo umoristico, giocato sul filo di un'apparente leggerezza, Capaldo misura nella Firenze estiva gli effetti delle scelte di un funzionario delle poste, Adsum (“Ci sono, sono presente”) in seguito alla scomparsa dell'amico Absum (“Non ci sono”), entrambi risucchiati dal vortice creato da Nihil, un trafficante oscuro la cui rete di aziende irretisce senza che ne siano consapevoli anche gli altri protagonisti – mogli, amici, carabinieri - di questo giallo che si snoda tra via Centostelle e via Torcicoda, con una saporita divagazione sulle temibili riunioni scolastiche e, soprattutto, con un invito a diffidare delle sonagliere del denaro e del tradimento.
Michele Brancale