Firenze, 1 novembre 2016 - Un romanzo corale, che esce dallo schema dell' “eroe” che trascina gli altri, ma che sospeso tra storia e fiction, conduce il lettore da Roma a Istanbul a Mosul, sulla linea di confine tra turchi e caldei, curdi e iracheni, mentre infuria nell'86 la guerra tra Iran e Iraq e un gruppo di profughi caldei da Mosul, dove si combatte proprio in questi giorni per la liberazione della città dal Daesh, cerca futuro fuggendo oltre frontiera per poi raggiungere il Canada. E' stato presentato alla Biblioteca delle Oblate, il romanzo ‘Esodo in ombra’ di Michele Brancale, con gli interventi di Giuseppe Panella, docente nella Scuola Normale Superiore di Pisa Giuliano Ladolfi, critico letterario ed editore, gli scrittori Giulio Greco, Sebastiana Gangemi e Paola Lucarini, coordinatrice di ‘Sguardo e sogno’ che con l'associazione i ‘Libristi’ ha promosso l'incontro.
“L'esodo in ombra – ha osservato Gangemi - coinvolge centinaia di caldei ed è inevitabilmente condizionato da una serie di variabili prime fra tutti le operazioni militari e lo scacchiere internazionale”. Orhan, agente del Mit , i servizi segreti turchi, indaga sull’attentato alla sinagoga di Istanbul avvenuto nel settembre del 1986 e riceve l’ordine di seguire da vicino un’operazione di un’associazione italiana, la Hope International Committee che deve portare avanti il passaggio di un gruppo di caldei dal confine con l’Iraq, perché è bene non dimenticarlo “i caldei possono scendere, ma alle nostre condizioni”.
La narrazione si svolge secondo le linee di una storia d’azione, i capitoli scritti in un linguaggio secco ed essenziale scorrono velocemente come i fotogrammi di una pellicola del grande schermo. Tante scene “si succedono in velocità ma nelle quali sono condensati secoli di storia e di conflitti mai risolti in un’area geografica dove troviamo intrecciarsi le storie di tanti popoli diversi, armeni, turchi, curdi, iraniani, iracheni, caldei”. Un ritmo veloce che incalza, dettato per lo più dalle vicende della guerra in atto “che condizionano inevitabilmente lo svolgimento dell’operazione di passaggio dei 150 e oltre caldei che sono stati respinti dai turchi e riportati in terra irachena, al confine sulle montagne, dove a far da interlocutore sono anche i contrabbandieri curdi. Un ritmo veloce che talvolta si sofferma e apre degli squarci che ci proiettano nella vita di alcuni personaggi che incontriamo in questo cammino”. Ne escono pagine di grande intensità letteraria “sulle quali ritornare, pagine che danno un volto a coloro che nei bollettini quotidiani vengono indicati solo attraverso espressioni numeriche, pagine che ci avvicinano al dolore di personaggi che sono rappresentativi di una umanità costretta a fronteggiare le difficoltà della guerra”.
“Esodo in ombra – secondo Giuseppe Panella - è il romanzo scritto da un poeta, è il libro di chi sa che le parole hanno un loro peso. E' un libro di salvazione, caratterizzato da una scrittura mai barocca, un romanzo radicato nella realtà ma che risponde a una precisa strategia narrativa e ha in vista qualcosa che è al di fuori, assolvendo una funzione di verità. Paola Lucarini ha colto con Ladolfi alcuni aspetti che ispirano la vicenda raccontata, a partire da un radicamento dei popoli nelle profezie. Lo scrittore è sensibilizzato da un nucleo centrale, per Ladolfi: è quel ritratto che Gesù fa di sé quando dice “Ero straniero e mi avete accolto”. Attraverso una trama innervata da una parte sui canoni del romanzo storico e dall'altra su quello della spy story, Brancale avverte come nell'insieme dei movimenti della storia vi sono persone e che ciascuna ha un nome ed è titolare di un racconto prezioso.