OLGA MUGNAINI
Cultura e spettacoli

Firenze, Trachtenberg: “La Cappella de’ Pazzi non è di Brunelleschi”

Oggi, 2 ottobre, alle 17.30 in Santa Croce la presentazione del libro dello storico dell’arte statunitense che mette in discussione l’attribuzione dell’opera

La Cappella de' Pazzi (New Press Photo)

La Cappella de' Pazzi (New Press Photo)

Firenze, 2 ottobre 2024 - Una teoria che mette in discussione un caposaldo della storia del Rinascimento italiano: ossia l'attribuzione della Cappella de’ Pazzi in Santa Croce a Filippo Brunelleschi. Il professore e storico dell'arte statunitense Marvin Trachtenberg assegna invece la paternità di uno dei monumenti architettonici più celebri di Firenze, non più al padre della Cupola di Santa Maria del Fiore, ma a Michelozzo. Oggi pomeriggio, 2 ottobre, alle 17.30 nel Cenacolo di Santa Croce, Claudia Conforti, Francesco Dal Co e Alina Payne discuteranno del libro del dal titolo “Cappella Pazzi. Brunelleschi il mito, Michelozzo l'autore”, scritto proprio da Marvin Trachtenberg , che sarà presente all'incontro.

L'iniziativa di approfondimento scientifico, è promossa dall'Opera di Santa Croce e da Casabella, con la New York University.

Professor Trachtenberg, da quanti anni sta ridiscutendo la paternità della Cappella de’ Pazzi?

"Fin dagli anni Settanta, circa, ho avuto dubbi sulla paternità di Brunelleschi. A metà degli anni Novanta ho tenuto delle conferenze che mettevano in discussione la tesi della paternità di Brunelleschi. Nel 1996 le mie argomentazioni sono state pubblicate su Casabella. Dopodiche Il New York Times mi ha chiesto un'intervista. Direi quindi che il 1996 è il momento in cui le mie tesi sono state formulate e rese pubbliche al pubblico di lingua italiana e inglese”.

Perché sostiene che non è del padre della Cupola di Santa Maria del Fiore?

“L'attento confronto della Cappella Pazzi con le opere di Brunelleschi, in particolare con la Sagrestia Vecchia nella chiesa di San Lorenzo, indica che la Cappella Pazzi era una copia della Sagrestia Vecchia, piuttosto che una nuova opera originale di Brunelleschi”.

Se il confronto è con la Sagrestia Vecchia di San Lorenzo, cosa ha visto di diverso?

«Quasi tutti i dettagli del progetto e dell'esecuzione della Cappella Pazzi sono diversi dal modo di costruire di Brunelleschi. Nella Cappella Pazzi, i capitelli, le mensole, le modanature della trabeazione e tutte le altre forme se studiate da vicino sono visibilmente trattate in modo diverso da quello di Brunelleschi, anche se a un'osservazione superficiale la Sagrestia Vecchia e la Cappella Pazzi si assomigliano molto. Ad esempio, l'ordine di lesene corinzie della Cappella Pazzi è trattato secondo uno stile che non è di Brunelleschi nelle sue proporzioni troppo sottili e piatte. Le scanalature ai lati di queste lesene hanno una larghezza dimezzata, cosa che non ritroviamo mai nel Brunelleschi autentico. Inoltre, Brunelleschi non era uno che ripeteva così pedissequamente lo stesso progetto in due commissioni diverse"

Perché questo errore? Solo per la mancanza di documenti?

«La risposta è molto complessa, a causa della ricezione degli edifici dell'epoca. In questo periodo, la maggior parte dei grandi edifici richiedeva tempi di costruzione così lunghi che nel tempo si tendeva a coinvolgere più di un architetto. È il caso, ad esempio, del Campanile, che fu costruito da tre architetti successivi nel Trecento - Giotto, Andrea Pisano e Talenti - ma che divenne interamente opera di Giotto all'inizio del Quattrocento e rimase tale fino alla fine del XIX secolo. Ciò a differenza di oggi, quando la paternità dell'edificio è ampiamente documentata da strumenti giuridici, giornalistici e storici, nel Quattrocento non c'erano mezzi di comunicazione pubblici che ne tenessero traccia. Un altro fattore è che sembra esserci stato un desiderio nella comunità fiorentina di attribuire gli edifici importanti all'autore più famoso possibile. La paternità di edifici famosi tendeva a essere semplificata e spostata sui nomi più famosi coinvolti nel progetto. La Cappella de’ Pazzi è un esempio di questo processo. Infine, credo che gli stessi Pazzi, che all'epoca erano in competizione con i Medici, volessero che la loro cappella fosse considerata come quella di Brunelleschi e la commissionarono per assomigliare alla Sagrestia Vecchia, ma più grande e più colorata. Questo modo di copiare era piuttosto comune".

I fiorentini dell'epoca sapevano chi fosse il vero architetto della Cappella de’ Pazzi?

"Quando la Cappella Pazzi fu iniziata nel 1440, le persone vicine alla cerchia dei Pazzi lo sapevano, ma nessuno in pubblico lo scrisse. Quando i Pazzi caddero in disgrazia, i loro documenti furono bruciati e persi per sempre. Alla fine del secolo, per alcuni divenne un'opera di Brunelleschi. La prima attribuzione scritta della Cappella Pazzi a Brunelleschi è il XIV uomini famosi del 1494-97. Ma la Vita di Brunelleschi di Manetti del 1480 non menziona la Cappella Pazzi tra le opere di Brunelleschi. Ho sostenuto che Manetti è più affidabile su questo tema”.