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Francesca Nunzi
Firenze, 19 ottobre 2023 – "Dietro un grande uomo, c'è sempre una grande donna". Lui è Marco Predieri, prudente e impacciato Conte di Cavour, lei Francesca Nunzi, la governante che dalla sua cucina fece l'Unità d'Italia. Lui è uno storico, lei un appassionata, ma insieme condividono l'amore per la parodia e la commedia: "La governante di Cavour" - al debutto domani sera in anteprima nazionale al Teatro del Cestello con repliche previste sabato e domenica - è un gioco raffinato ed esilarante di battute, citazioni e giochi di parole, dove l'attrice romana, allieva di Gigi Proietti, dimostra ancora una volta il suo talento versatile e poliedrico.
Da dove è nata l'idea di raccontare la storia di un personaggio come Cavour?
"Aleggiava da tempo. Io e Marco ci conosciamo da tanti anni, abbiamo molte idee in comune, e condividiamo la curiosità per la storia, anche se lui è cultore della materia, mentre io sono una semplice appassionata. Abbiamo ritenuto che la parodia fosse il genere più adatto per avvicinare i giovani all'argomento, perché si divertono scoprendo cose realmente accadute".
In realtà, la protagonista del Risorgimento sembra essere la sua governante...
"Mena in effetti non è solo lo specchio riflesso che consente di scoprire i lati meno conosciuti della personalità di Cavour, ma ha un ruolo attivo, è un deus ex machina che cuce e sistema i suoi pasticci, sembra quasi un personaggio immaginario alla Mary Poppins, una proiezione mentale di lui".
Cavour ha bisogno di scoprire il suo animo femminile per realizzare l'Unità d'Italia?
"Le donne sono sempre più pragmatiche e ordinate degli uomini, ma penso che ogni essere umano sia formato da due componenti: non a caso, quando le donne devono tirare fuori gli attributi, lo fanno, viceversa gli uomini hanno bisogno di scoprire il proprio lato femminile per comprendere i problemi e risolverli".
Lei ha fatto cinema, teatro, televisione. Oggi qual è il medium più adatto per arrivare al pubblico?
"I social. Lo dico con dispiacere, perché è sempre più difficile avvicinare i giovani al teatro, forse è leggermente più facile con il cinema, ma i ragazzi non hanno voglia di assistere passivamente ad uno spettacolo, vogliono essere attivi, partecipare, diventare protagonisti, come accade nelle dirette IG e Tiktok: purtroppo, però, niente che abbia a che vedere con la cultura".
Sente di poter essere sostituita un giorno da un avatar dell'Intelligenza Artificiale?
"Nella vita, nessuno è indispensabile, e tutto si può sostituire, tranne l'umanità di una persona. L'IA è geniale per alcuni aspetti, ma non potrà mai avere la fantasia, l'empatia e la sensibilità di un essere umano".
Cosa resta alla fine del 2023 dell'insegnamento di un maestro come Gigi Proietti?
"La scuola. Oggi ce ne sono troppe, ne servirebbero meno e più professionali. C'è molta presunzione ed improvvisazione, spesso mancano proprio le basi e i concetti fondamentali: mestiere e artigianato, disciplina e regole. Ma ci vogliono insegnanti all'altezza, sennò si danneggiano solo i giovani".
Progetti per il nuovo anno che verrà?
"Riprenderò il tour sospeso per il covid con 'Aggiungi un posto a tavola' di Marco Simeoli, con Lorella Cuccarini e Giovanni Scifoni. Poi mi sono ritagliata un ruolo da sceneggiatrice partecipando alla scrittura del mediometraggio 'C'era una volta ad Elwood', dove recito anche in una piccola parte".