GIULIO ARONICA
Cultura e spettacoli

Marco Masini presenta il nuovo album: “L'obiettivo è restituire l'atmosfera e il suono degli anni Novanta”

A sette anni dall'ultimo disco registrato in studio, il cantautore fiorentino torna in pista con il suo dodicesimo album dal titolo "10 Amori" (Momy Records, Concerto/BMG), prodotto da Gianluca Tozzi e Milo Fantini

Firenze, 7 ottobre 2024 - Essere o non essere. Non è mai stato il dubbio amletico di Marco Masini: schietto e spiazzante, provocatorio e romantico, da fiorentino doc la polemica è il suo mestiere, e il compromesso non fa per lui; alle spalle, una carriera decennale di successi, scandita da undici album in studio, nove partecipazioni a Sanremo - di cui due vittoriose nel 1990 e nel 2004 con "Disperato" e "L'uomo volante" - e una sequenza sconfinata di brani scolpiti nella memoria collettiva. Oggi, dopo aver festeggiato i sessant'anni a giro per le piazze e i teatri italiani con l'amico Giorgio Panariello, è tornato a Firenze per presentare alla Libreria Feltrinelli la sua dodicesima fatica, "10 Amori" (Momy Records, Concerto/BMG), prodotto da Gianluca Tozzi e Milo Fantini, e uscito lo scorso 4 ottobre in cd e vinile. In attesa del maxi concerto al Nelson Mandela Forum il 25 ottobre 2025. 

Ha dichiarato che uscire con un album è sempre una scoperta e una scommessa, come sta andando?

"Siamo partiti molto bene, su Itunes e Amazon siamo secondi per vendite, prima di noi ci sono solo i Coldplay, che non conosco (sorride, ndr). Anche il singolo 'Allora ciao', che ha fatto da battistrada al disco, è stato molto apprezzato dalla programmazione radiofonica. Si tratta di un disco 'lento', un oggetto fisico e in download che non abbiamo pubblicato su piattaforme, perché vogliamo dare a tutti - e non solo ai fans più affezionati - la possibilità di gustarselo, prima di partire l'anno prossimo per le tre tappe del tour". 

Lei cominciò negli anni Novanta con due maestri come Beppe Dati e Bob Rosati: cosa significa fare musica oggi?

"La musica ha subito tante evoluzioni. I pezzi dei Beatles duravano solo due minuti, quelli dei Pink Floyd anche dodici: oggi tra radio e piattaforme si privilegia un formato estremamente ridotto, ma non è detto sia una scelta sbagliata, semplicemente è quella che si adatta meglio ai gusti del pubblico attuale. Ma non sappiamo cosa accadrà in futuro, e per la mia generazione è ancora più difficile prevederlo". 

Da Sanremo allo Zecchino d'Oro, dalle colonne sonore al teatro con Panariello. C'è qualcuno con cui vorrebbe ancora collaborare?

"Con John Lennon e Michael Jackson, ma purtroppo non è più possibile. Di base, cerco sempre di focalizzarmi su quello che si può realisticamente realizzare, ma nei matrimoni ci si sposa in due: per collaborare è necessario uno stimolo artistico e umano, non solo un interesse commerciale. Con Panariello ad esempio c'è amicizia profonda e intesa mentale, per me è stata un'esperienza nuova, ma abbiamo imparato molto l'uno dall'altro".

Nel 2025, ci saranno tre tappe a Roma, Milano e Firenze. Quali sorprese dobbiamo aspettarci?

"L'obiettivo è cercare di restituire l'atmosfera, il sonoro e gli arrangiamenti degli anni Novanta, sfruttando impianti audio e mix digitali all'avanguardia”. 

Tra qualche mese ci sarà il Festival di Sanremo condotto da un altro suo amico come Carlo Conti. La rivedremo all'Ariston? 

"No"

Un pensiero su Firenze e la Fiorentina?

"La squadra è all'inizio di un percorso. Ieri era messa bene in campo, anche se a volte è più facile affrontare squadre che attaccano come il Milan. Riguardo la città, è sempre un punto di riferimento internazionale, ma deve superare la logica conservativa della 'città museo', svecchiarsi e aprirsi di più al mondo".