NICCOLO' GRAMIGNI
Cultura e spettacoli

“Da Marco Polo alla sinologia contemporanea”: focus a Firenze

L'11 ottobre un approfondimento sul viaggio e sulla Cina a 700 anni dalla morte dell’esploratore

Focus a Firenze su Marco Polo

Focus a Firenze su Marco Polo

Firenze, 10 ottobre 2024 – Quest’anno ricorrono i 700 anni dalla morte di Marco Polo (Venezia 1254-1324) e numerose sono state le celebrazioni in tutta Italia. A Firenze ecco “Delle navigationi et viaggi: da Marco Polo alla sinologia contemporanea (1324-2024)” in programma domani, venerdì 11 ottobre (ore 16.30) nella Sala storica Dino Campana del Complesso delle Oblate.

Un pomeriggio dedicato al viaggio e alla Cina, che si aprirà alla presenza del Console Generale Cinese a Firenze Guan Zhongqi, con i saluti di Antonia Ida Fontana presidente del Centro Associazioni Culturali Fiorentine e di Giada Lin Hongyu presidente dell’Associazione Amicizia Cultura Donne Italia Cina.

L’evento, a cura di Francesca Fiorelli Malesci del Centro Associazioni Culturali Fiorentine, è in partenariato con Istituto Italiano dei Castelli-Sezione Toscana e Società Filosofica Italiana Ets - Firenze in collaborazione con Biblioteca delle Oblate e Associazione Amicizia e Cultura Donne Italia Cina Aps-Ets e fa parte del cartellone del dopo festival legato al Festival delle Associazioni Culturali Fiorentine in programma fino al 26 ottobre con il contributo della Fondazione CR Firenze e del Cesvot e con Unicoop Firenze come sponsor tecnico.  

«In un anno di celebrazioni si vuole dare un piccolo contributo con una lettura, ed approfondimenti diversi, alle tante prospettive con cui oggi possiamo guardare allo straordinario viaggio che Marco, con il padre Niccolò e lo zio Matteo, fecero nel lontano Catai per 24 anni fra il 1271 e il 1295 – spiegano gli organizzatori -. Il primo viaggio significativo che contribuirà a far conoscere la Cina in Europa è raccontato in uno dei più noti prodotti della letteratura mondiale: “Il Milione” di Marco Polo, un "libro delle meraviglie" che rappresenta anche il primo libro di viaggio della letteratura italiana.

Le idee da cui questo pomeriggio ha preso spunto, infatti, sono il viaggio e la Cina, viaggio reale e fantastico con un legame secolare vitale e forte, negli ambiti più diversi, fra Italia e Cina. Il titolo del pomeriggio - proseguono - viene dall’immaginifico racconto, due secoli e mezzo dopo, di Giovanni Battista Ramusio (Treviso 1485 - Padova 1557) “Delle navigationi et viaggi” un trattato geografico cinquecentesco. Una selezione dei resoconti di viaggi di ogni tempo, dall'antichità fino ai suoi giorni, successo editoriale e un caposaldo della letteratura odeporica. Tra le altre, nel trattato sono presenti le narrazioni di Marco Polo, Odorico da Pordenone, Ambrogio Contarini, Antonio Pigafetta, Vasco da Gama, e molti altri».  

Ecco quindi gli interventi moderati da Francesca Fiorelli Malesci del Centro Associazioni Culturali Fiorentine. Gaspare Polizzi apre il pomeriggio con Viaggi virtuali e reali in terre lontane. Mercante, ambasciatore, esploratore, funzionario del Kublai Khan, Marco Polo fu il primo geografo e “antropologo” moderno per la varietà e attenzione che ebbe nella descrizione dei costumi dei popoli asiatici. Scorrendo le pagine del Milione ognuno è portato a credere di attraversare i deserti o valicare le cime innevate del Pamir afghano con la stessa leggerezza e facilità che traspare dal racconto di Marco. Un motivo per leggerlo di nuovo sta nel suo interesse antropologico, geografico e storico, ma anche astronomico. Marco Polo aveva visto con i propri occhi, come l'Ulisse dantesco, "tutte le stelle già dell'altro polo".  

Dal Milione si passerà alla fortificazione più lunga del mondo: Maurizio De Vita parlerà delle Fortificazioni della Dinastia Ming: la Grande Muraglia nella Regione di Pechino e le mura di Suzhou. Polo, nel suo racconto, non citò mai la muraglia ma parlando del XIV secolo era importante ricordare una delle meraviglie del mondo tratteggiandone aspetti della sua storia. Questa straordinaria opera, che fu realizzata da più dinastie, è stata oggetto, recentemente, di uno studio con interventi specialistici di restauro frutto di un progetto di collaborazione fra il Dipartimento di Architettura di Firenze e la Beijing University of Civil Engineering and Architecture di Pechino. Con particolare riferimento ad un tratto appartenente all’epoca Ming, sono stati realizzati rilievi, analisi materiche e di degrado. De Vita parlerà inoltre delle bellissime mura di epoca Ming, della città di Suzhou, nel sud del paese, la cosiddetta “Venezia della Cina”.  

Da questo viaggio attraverso la Cina si passerà al ritorno verso l’Europa con Dalla Valle di Fergana al Mediterraneo: scenari suggestivi di architetture e vita sociale lungo le Vie della Seta, intervento di Alessandro Gambuti. Questo mostrerà, per immagini, la fertile valle di Fergana attraversata dai due percorsi che dalla Cina superano il Pamir e il Tian Scian; in questa area fino dai tempi passati sostavano le carovane per rifornirsi e rinnovare gli animali da trasporto. Ancora oggi nella valle è attiva la lavorazione della seta e la produzione artigianale di tessuti, produzione che tanta importanza aveva avuto nel viaggio dei Polo.

Le merci, oltre la seta anche spezie e pietre preziose, proseguivano per Samarcanda e Bukhara, centri della magnifica architettura legata alla dinastia di Tamerlano e caratterizzata da cupole e pareti decorate con motivi di piastrelle dai brillanti toni azzurri.  

Il pomeriggio si concluderà con il sinologo Fabio Smolari e Da Marco Polo a Pietro d’Abano, quando il sapere veniva dall’Oriente. I secoli XIII e XIV furono un momento cruciale per l’Europa, una rivoluzione dal punto di vista educativo e scientifico. L’Occidente prese coscienza delle gravi lacune che aveva nei confronti del "mondo avanzato” e, grazie all’azione di alcuni “pionieri”, iniziò ad importare il sapere dall’estero.

Tra le figure che animarono la vivacità di quest’epoca se ne citano due: Marco Polo e Pietro d’Abano. Il primo, viaggiatore e mercante, divenne forse inconsapevolmente esploratore, geografo, antropologo e ambasciatore. La sua opera fu riferimento per i viaggiatori successivi ma anche stimolo alla conoscenza e alla ricerca. Il secondo, Pietro d’Abano (Abano1250-1316), medico e filosofo, fu uno degli esponenti dell’aristotelismo medievale, degli studi medici e astronomici. I due erano coetanei e si incontrarono. Del loro dialogo abbiamo solo una piccola traccia in un’opera di Pietro ma possiamo trarre interessanti riflessioni sul loro mondo, sulla loro personalità, su ciò che poterono e non poterono, in un ambiente che ancora non era pronto ad accettare grandi innovazioni.   In chiusura, l’intervento musicale “Wang Jiang” di Zhang Xinyu, che suonerà il guzheng, strumento tradizionale cinese. Ingresso libero fino ad esaurimento dei posti disponibili