
Umberto Orsini, Giuliana Lojodice, Massimo Popolizio in scena alla Pergola
Firenze, 9 gennaio 2019 - Consiglio vivamente di avere buone basi di matematica e fisica, di conoscere formule, sapere che esiste anche la fisica quantistica, ripassare formule matematiche e capirle.
Istruzioni per l’uso per assistere a uno spettacolo veramente molto bello, e assolutamente non banale dal titolo «Copenaghen», thriller scientifico-politico di Frayn ambientato alla vigilia della prima bomba atomica nel Settembre 1941. Impossibile non ammirare tre fantastici meravigliosi attori, come questi protagonisti: Umberto Orsini, Giuliana Lojodice, Massimo Popolizio che ci fanno vivere in scena - e loro stessi vivono e non fingono, esempio altissimo di interpreti - la storia di Karl Werner Heisenberg che incontra a Copenaghen il suo maestro e amico Niels Bohr.
Nessuno sa con precisione cosa si dissero quel giorno i due premi Nobel per la fisica. Essendo Heisenberg a capo del programma nucleare militare tedesco voleva, in nome della vecchia amicizia, offrire a Bohr, che era mezzo ebreo, l’appoggio politico della Gestapo in cambio di qualche segreto? O al contrario, essendo mosso da scrupoli morali, anche se tormentato dalle conseguenze che sarebbero potute ricadere sul destino della sua patria martoriata e che lui amava pur non essendo nazista, tentava di rallentare il programma tedesco fornendo a Bohr, che era schierato con gli alleati, informazioni sull’applicazione dei fondamenti teorici della fissione?
Dicevo di Umberto Orsini, Massimo Popolizio e Giuliana Lojodice, diretti da Mauro Avogadro: in scena provano a rispondere a queste domande con un’assoluta pregnanza storico-politica, con una forza artistica e una capacità quasi magica di radunare intorno a loro un pubblico veramente trasversale che è esemplare. Una lezione di stile di tre immensi attori italiani che tengono incollati alle poltroncine dagli studenti – anche alle prese con la storia fisica della fisica novecentesca – fino agli spettatori più abituali che trovano, in questa rappresentazione, l’impeccabile recitazione di tre maestri della scena italiana contemporanea .
E anche un testo che realizza la massima prossimità possibile tra eventi storici realmente accaduti e immaginazione.
La traduzione è di Filippo Ottoni e Maria Teresa Petruzzi, le scene essenziali e rigorose sono di Giacomo Andrico, i costumi plumbei come l’atmosfera che si respira, di Gabriele Mayer. Una produzione Compagnia Umberto Orsini e Teatro di Roma-Teatro Nazionale, in coproduzione con CSS Teatro stabile di innovazione del Friuli Venezia Giulia. «Copenaghen» sarà al al Teatro della Pergola fino al 13 gennaio. Nessun calo di attenzione registrato in sala, e tanti applausi sentiti alla fine: bravissimi. Davvero imperdibile.