REDAZIONE FIRENZE

Il 'Paesaggio' di Leonardo nel 2019 a Vinci per cinque settimane

Per i 500 anni dalla morte dell'artista toscano

Paesaggio con fiume, una delle prime opere di Leonardo da Vinci

Firenze, 4 agosto 2016 - Il 'Paesaggio' di Leonardo da Vinci, uno dei disegni più famosi nella storia dell'umanità, tornerà, a 500 anni dalla sua realizzazione, per la prima volta a Vinci. La decisione è stata presa in un incontro di lavoro con il direttore delle Gallerie degli Uffizi Eike Schmidt, la curatrice del Gabinetto Disegni e Stampe Marzia Faietti, la direttrice del Museo Leonardiano di Vinci Roberta Barsanti e l'assessore alla Cultura di Vinci Paolo Santini. L'evento è in programma per l'estate 2019 per i 500 anni dalla morte di Leonardo. A partire dal 5 agosto 2019, dunque, il 'Paesaggio' sarà esposto per cinque settimane a Vinci.

Si tratta della prima opera datata dell'artista (5 agosto 1473), custodita dal Gabinetto dei Disegni e delle Stampe delle Gallerie. Con ogni probabilità il disegno dal più antico fondo collezionistico mediceo.

"Il famoso Paesaggio - sottolinea Eike Schmidt - talmente celebrato da essere comunemente ricordato con il suo numero di inventario (8P recto), può considerarsi tra i primi paesaggi autonomi nel disegno occidentale e costituisce la più precoce testimonianza grafica dell'artista. Siamo agli inizi di una maturazione professionale che avrebbe coinciso più o meno con l'avvento di una nuova Età dell'Oro per la fioritura delle arti a Firenze, preannunciata nel 1469 dalla successione di Lorenzo dè Medici a Piero di Cosimo. Tra le ricerche sviluppate allora dall'artista si segnala il rapporto tra figure e paesaggio cui si accompagnava un'inclinazione verso l'illustrazione di brani dove si declinavano conoscenze della pittura nordica. Non è un caso che nel disegno inventariato '8P' si ritrovino convenzioni rappresentative fiamminghe originalmente interpretate e parallele a quelle sviluppate negli stessi anni dal Pollaiolo".

"Nel Paesaggio - osserva Marzia Faietti - Leonardo adottò un tracciato assai diversificato per conseguire una trascrizione insieme naturalistica e astratta del dato di natura. Nel disegnare le forme naturali, l'artista non si lasciò infatti sedurre dalle attrattive di una diligente perizia mimetica; viceversa, abbandonandosi al ritmo fluente della penna, evocò liberamente forme vedute dal vivo, rivisitandole a distanza e a memoria. Tale processo mnemonico si accompagnava al desiderio di richiamare le sensazioni provate a contatto con il paesaggio naturale, colto nell'attimo fugace di un momento della giornata".