
Paolo Ruffini
Firenze, 20 novembre 2018 - L’intenzione di Paolo Ruffini? Era realizzare uno straordinario one man show, con imponenti scenografie ed effetti speciali. Ma sulla scena parte però una sequela di boicottaggi e rocambolesche interruzioni in cui gli attori fanno irruzione dimostrando di essere molto più abili di lui.
Uno spettacolo che è un vero e proprio happening comico e al tempo stesso emozionante la nuova, geniale e anche giusta idea dove Paolino Ruffini – diciamolo – dà il meglio della sua essenza di artista e di persona. Si intitola «Up and down» e andrà in scena questa sera alle 20.45 al teatro Verdi.
Uno show incentrato sull’importanza delle relazioni: e di quella ironia e dell’irriverenza che accompagnano gli spettatori in un viaggio che racconta la bellezza vera, quella che risiede dentro alla diversità delle persone.
Paolo Ruffini risce con delicatezza in qualcosa di speciale: portare in scena attori con la Sindrome di Down, affrontando con loro significato della parola disabilità, fino a dimostrare che la loro dovrebbe definirsi «Sindrome di up», perchè di down non hanno proprio niente. In teatro si ride di cuore, col racconto di questi boicottaggi e di rocambolesche interruzioni dello spettacolo in cui gli attori fanno irruzione dimostrando di essere molto più abili di lui. Dimostrando inoltre che ci sono tante persone che non sono abili alla felicità, all’amore e all’ascolto. E che alla fine, senza retorica, siamo tutti diversamente abili, diversamente normali e per fortuna meravigliosamente diversi. Una rappresentazione dai connotati surreali e dagli sviluppi inaspettati con una forte connotazione d’improvvisazione, che interrompe le liturgie teatrali per offrire al pubblico una vera e propria esperienza in cui le distanze tra palcoscenico e platea si annullano. E in tutto questo, alla fine, attori e spettatori si trovano a condividere un gesto rivoluzionario che parte dal cuore, che è la cosa che più conta del nostro vivere: un grande abbraccio.
Un happening comico con una forte connotazione d’improvvisazione, sorprese e coinvolgimento che alterna i momenti esilaranti a quelli commoventi. Attraverso il filtro dell’ironia, ben diretto da Ruffini, si sviluppano monologhi e gag per affrontare, con sapiente leggerezza, il significato della parola disabilità: ma quante sono le persone che ci sono vicine che non sono abili alla felicità o all’ascolto? Gli attori scelti per «Up and down» dimostrano di essere e di avere una tale confidenza con la vita e con il sorriso, che abbiamo veramente tanto da imparare. Perchè questo spettacolo parla anche di noi, dell’amore per la vita. Solo che non lo sappiamo. Da vedere.