Premio 'Firenze per Mario Luzi', ecco i vincitori

Il concorsoè organizzato dall’Assessorato all’Educazione del Comune di Firenze in collaborazione con 'La Nazione' ed è rivolto a tutti gli studenti della Toscana

Premio Luzi 2018

Premio Luzi 2018

Firenze, 7 marzo 2018 -  Si è svolta nei giorni scorsi la premiazione della settima edizione del concorso giovanile “Firenze per Mario Luzi”, organizzato dall’Assessorato all’Educazione del Comune di Firenze in collaborazione con “La Nazione” e rivolto a tutti gli studenti della Toscana.

Questi i testi premiati tra i quattrocento pervenuti, e questi i nomi degli studenti vincitori e segnalati. Testi e nomi sono presenti anche nel sito del premio: https://firenzepermarioluzi.chiavidellacitta.it/

TESTI PREMIATI

1° premio ex aequo

Il sole torna sempre di Laura Orangi (Firenze – Istituto d’istruzione superiore Gobetti)

Ricordi il sole calante
 e con lui il cielo,
  che un giorno arde di fuoco,
  un giorno si colora di fiori  e un giorno è invece bianco come il marmo?  Ascoltavo sempre i tuoi racconti  seduta accanto a te,
 morbido il tuo fianco e piccolino il mio,
  piccoli i piedi a schizzare l’acqua tra le tue parole.  Il mare, tua gioia e tuo rifugio,  protagonista del nostro stare insieme  intimo amico e tacito conforto  una cosa sola voi due.  È basso
 il sole.
  Scende piano sul cielo bianco.  Adesso siedo sul tuo scoglio,  non la tua voce al mio fianco
  ma luce tenera
  dall’acqua immobile sotto di me,  come gli occhi di chi ti scruta  con sconfinata dolcezza.  Il sole ora abbracciato all’acqua  cadendo
 rende viola il cielo
 e scuro l’orizzonte.  Ma domani tornerà, il sole torna sempre,
 neanche tu sei mai andata via davvero, nel vento di tramontana, nella luce del faro che illumina la notte, nel canto dei liberi gabbiani,
 ci sei,
 seduta sul tuo scoglio che mi guardi.
 E aspetti con me il prossimo tramonto.

1° premio ex aequo

Cielo d’inverno di Beatrice Uccello (Firenze – Scuola media Carducci)

A volte è un foglio grigio accartocciato
 da buttare. Resta appeso,
 teso di pioggia
 implora solo di lasciarsi andare. Un grido soffocato. A volte sorprende
 così azzurro da pungere d'aria tersa dritto ai pori dell’anima,
 risveglia
 libera
 e poi rimane. A volte lo vedo
 in un tramonto inverso,
 case ribaltate in una pozza dorata. nuvole di fiume
 risalgono a pinnate
 la foce del cielo
 perdendosi in scie d’arancio. A volte è quasi notte d'estate,
 sul mare specialmente.
 Una sbavatura d'inchiostro distesa sulla barra dell'orizzonte cola sugli ultimi abbagli del giorno densa e fragile, a consumare il tramonto. A volte è solo un fazzoletto appena un lembo
 di mura che rinchiudono il mondo solo un pezzo di finestra
 su una prigione irreale. Per me è un lenzuolo di seta, una lenta crisalide
 da cui la farfalla esce e vive e si crede cielo, rinascendo.
 ed è necessaria alla sua illusione
 solo per un cielo più gioioso
 che veda sotto di sé
 vivere
 morire
 restituire gli uomini alla vita. 2° premio ex aequo Una scala per un dove di Sara Badiali (Arezzo – Liceo classico Petrarca) Se dinanzi a un boato ti sfiorassi le dita
 tutte ma non l'ultima tu quella tendila a me. Indica meraviglie
 sulla giostra del mondo a questo essere frale che è schianto silente. Declama la tua sete
 di sospiri ammirati
 se di vento vitale
 hai già scordato odore oppure fingi esser tuo
 il mio sguardo vergine
 di miracoli terreni,
 il petto ansante d'incanto. Se tu rabbrividissi poi perché gelido l'afflato
 che ora dal baratro spira dacché ti sussurrai Amore abbraccia ogne stupore, benché sia fatto amaro ormai anche il sapore ultimo posatosi sulle labbra.

2° premio ex aequo

Una scala per un dove di Sara Badiali (Arezzo – Liceo classico Petrarca)

Se dinanzi a un boato ti sfiorassi le dita tutte ma non l’ultima tu quella tendila a me. Indica meraviglie sulla giostra del mondo a questo essere frale che è schianto silente. Declama la tua sete di sospiri ammirati se di vento vitale hai già scordato odore oppure fingi esser tuo il mio sguardo vergine di miracoli terreni, il petto ansante d’incanto. Se tu rabbrividissi poi perché gelido l’afflato che ora dal baratro spira dacché ti sussurrai Amore abbraccia ogni stupore, benché sia fatto amaro ormai anche il sapore ultimo posatosi sulle labbra.

2° premio ex aequo

Le piccole cose di Edoardo Merlini, (Firenze – Istituto comprensivo Puccini, Scuola media)

Una notte di pioggia, un momento di calma, un attimo di tristezza in un giorno così bello da essere banale. Sono queste le piccole cose che vestono i miei pensieri. Perché sono proprio questi i momenti in cui la vita ha un senso. Senza, le nostre giornate sono spoglie, perché se siamo accompagnati dall'indimenticabile sempre in ogni momento, più niente è incredibile. Un risveglio in una tenda frastornato dal ticchettio della pioggia, pesante, poi leggero, una colorata armonia. Ecco, questo è indimenticabile e all'occorrenza struggente.

3° premio ex aequo

Equilibristi di Chiara Donati (Firenze – Liceo classico Galileo)

Ti ho visto, ragazzo, sull’orlo del tuo skateboard malandato, sul filo del selciato acciottolato. Te ne andavi in bilico tra le nuvole e l’asfalto, come un equilibrista in carreggiata stanco. Ti ho visto, ragazzo, sul filo della tua vita, per la tua tortuosa strada tratteggiata. Sull’orlo della mente e del cuore e dell’ossessione. Ti ho visto, ragazzo, confesso, con gran compassione: perché t’ho visto in me. In questo equilibrio labile come l’orlo dello skateboard agile noi giovani equilibristi restiamo portati via in una staffetta fragile, sospesi nel pieno della spensieratezza, nel baratro dell’incertezza. Ti ho visto, ragazzo, e ti ho amato, lo confesso con gran sicurezza. Perché anche sul filo del mondo io, te, loro non siamo senza cuore: siamo solo folli equilibristi a due passi dal Sole.

3° premio ex aequo

Quel ’68 di Mattia Panci (San Gimignano, Siena – Istituto comprensivo Folgore da San Gimignano, Scuola media)

Strano quel ’68 quando la rivolta giovanile esplodeva gioiosa nel mondo, mentre in Messico veniva soppressa nel sangue in piazza delle Tre Culture. Strano quel ’68 quando un atleta saltava tanto in avanti volando, trasportato dal vento oltre ogni limite conosciuto rimasto tale per trent’anni mentre un altro atleta timoroso nel vedere l’asticella così in alto la saltava andando all’indietro per non subirne l’angoscia lasciando il suo nome a uno stile ancora oggi imbattuto nel mondo. Strano davvero quel ’68 quando tutto andava velocemente sia avanti che indietro, lasciando solo a quelli che vi partecipavano il sentore di aver vissuto veramente qualcosa di irripetibile.

SEGNALAZIONI

Primavera di Claudio Amerighi (Firenze – Istituto comprensivo Le Cure, Scuola media Calvino)

Il viaggio di Beatrice Angiero (San Gimignano, Siena – Istituto comprensivo Folgore da San Gimignano, Scuola media)

Esposizione di Eleonora Antonelli (Pistoia – Istituto tecnico commerciale sperimentale Pacini)

Il filo di Arianna di Emma Boschi (Firenze – Liceo classico Galileo)

Una sera d'estate di Laura Cappelli (Firenze– Liceo classico Galileo)

La notte di Victoria Carmignani, (Montecarlo, Lucca – Istituto comprensivo Montecarlo, Scuola media Calvino)

Il sole di Filippo Civale (Firenze – Istituto comprensivo Puccini, Scuola media)

Amarezza di Greta Consani (Montecarlo, Lucca – Istituto comprensivo Montecarlo, Scuola media Calvino)

Stringi la mia mano di Michael Fernandes (Firenze – Scuola militare aeronautica Douhet)

Fiore di ginestra di Manuele Landi (Firenze – Istituto comprensivo Le Cure, Scuola media Calvino)