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La presentazione a Roma del libro sull'Accademia degli artisti
Roma, 7 luglio 2016 - Da una memorabile congiunzione astrale che riunì Michelangelo, Vasari e Cosimo I dei Medici - insieme negli stessi anni e sotto lo stesso cielo -, nel 1563 nacque a Firenze la prima Accademia dedicata alle arti. Anzi, agli artisti, alla loro promozione e al loro apprendimento nelle diverse discipline.
Il vecchio Buonarroti, di stanza a Roma, sarebbe morto l'anno dopo. Ma proprio questo immenso lutto nel mondo della bellezza, aiutò l'Accademia delle Arti del Disegno a diventare celebre e a consacrarsi come una delle istituzioni più ambite e prestigiose di tutti i tempi. Al punto da essere modello per moltissime altre accademie. Nei secoli è stata frequentata da Artemisia Gentileschi, Antonio Canova, Giovanni Fattori, George Braque, Pablo Picasso, Carlo Carrà, Giorgio De Chirico, Marino Marini, Pietro Annigoni, Marc Chagall, Francis Bacon, Alberto Burri, Lucio Fontana, Sandro Chia, Henry Moore, fino recenemente a Renzo Piano.
Tanti altri protagonisti della storia dell’arte rinascimentale, moderna e contemporanea, che hanno contribuito a creare una storia illustre, che continua, con lo stesso identico nome, in un presente altrettanto dinamico e propositivo. Per raccontare i secoli già vissuti, ma anche per i impostare i prossimi a venire, l'Accademia delle Arti del Disegno ha deciso di riunire l'avventura dalla sua nascita ad oggi nella pubblicazione di un doppio volume dal titolo "Studi, fonti e interpretazioni di 450 anni di storia”, edito da Leo S. Olschki Editore,curato da Bert W. Meijer e Luigi Zangheri, quest'ultimo già alla guida della stessa Accademia, prima dell'attuale presidente Cristina Acidini. La novità editoriale, che riunisce una trentina di contributi di studiosi e accademici, è stata presentata ieri al Senato della Repubblica, col patrocinio del Presidente Pietro Grasso e gli interventi del senatore Vannino Chiti, di Antonio Paolucci, direttore dei Musei Vaticani; Caterina Bon di Valsassina, direttore generale per l’archeologia, Belle Arti e paesaggio del Mibact, i curatori Bert W. Meijer e Luigi Zangheri, e la presidente Acidini, prima donna a ricoprire quell'incarico nell'Accademia. “La storia lunga e prestigiosa dell’Accademia – ha ricordato la presidente – dimostra quanto siano profonde le radici della tutela e della creazione delle arti in Firenze e in Toscana, anche grazie a personaggi straordinari che vi hanno dedicato le loro energie, da Giorgio Vasari a Rodolfo Siviero.
L’origine stessa del suo nome deriva dalla volontà dei fondatori che consideravano il disegno padre e fondamento delle tre arti: architettura, scultura e pittura, che sono anche le tre classi storiche dell’Accademia a cui, solo recentemente, si sono aggiunte le discipline umanistiche e scientifiche e la storia dell’arte". Fra i tanti primati, l’Accademia delle Arti del Disegno fu la prima al mondo, nel 1673, a proporre pubbliche esposizioni artistiche dai chiari intenti istituzionali, e non commerciali, presso i chiostri del convento della Santissima Annunziata, con il proposito di stimolare l’arte ed i suoi autori. E fu tra i primi istituti a impegnarsi nella tutela dei monumenti. Come ricordarto dl professor Paolucci, è merito della determinata battaglia dell'Accademia, se nel 1680 vennero salvati gli affreschi di Masaccio nella Cappella Brancacci di Firenze, che si volevano sostituire con decorazioni barocche più di modo all'epoca.
Raccolti in un elegante cofanetto che riproduce il simbolo dell’Accademia disegnato da Benvenuto Cellini, i volumi riuniscono i contributi inediti di autori, studiosi italiani e stranieri, che, attraverso la loro ricerca, ricostruiscono le numerose vicende relative alla costituzione, i luoghi, i membri che hanno fatto parte dell'Sccademia, l’attività d’insegnamento, le grandi imprese promosse e patrocinate nel corso dei secoli, fino al ruolo, non certo secondario, di soprintendenza ante litteram ai beni culturali, riproposta durante la presidenza ventennale di Rodolfo Siviero, ministro plenipotenziario per il recupero delle opere d’arte trafugate dai nazisti durante il secondo conflitto mondiale. Infine, è ben rappresentata anche la ricchezza del patrimonio storicoartistico dell’Accademia che comprende opere d’arte di fondamentale importanza come il Dio Fluviale, scultura realizzata da Michelangelo e proprietà dell’Accademia delle Arti del Disegno sin dal 1585, donata da Bartolomeo Ammannati.