
Uffizi, nuovo allestimento per otto sale
Firenze, 14 settembre 2015 - «Serenissimo». Così, rispondendo alle domande dei giornalisti, l'ormai ex direttore degli Uffizi Antonio Natali ha definito il suo stato d'animo in prossimità del passaggio di incarico al suo successore, il tedesco Eike Schmidt (a Firenze si presume arrivi alla fine di ottobre), uno dei 20 selezionati con la procedura internazionale prevista dalla riforma Franceschini. Natali sente «costantemente» il suo successore, come ha raccontato ai cronisti a margine della presentazione del riallestimento di otto sale dedicate al secondo Quattrocento. «Io cerco di rispondere alle sue domande - ha detto - che sono domande di natura pratica, delle attenzioni che io consiglio lui di avere, di trovare un buon medico che lo assista in questo incarico che gli è stato dato, che a me pare sproporzionato, soprattutto sproporzionato perché se si deve fare il lavoro per i Nuovi Uffizi il tempo per badare a 11 musei di questa importanza credo che sia poco. Io personalmente probabilmente non ce l'avrei fatta, quindi è meglio che sia stato scelto lui». Natali ha poi spiegato le ragioni della serenità con cui sta affrontando questa svolta. «Per esempio io ieri, siccome ho una certa età ed è per questo che vengo sostituito credo, io ieri ero a casa e aspettavo una partita di basket da vedere in tv e ad un certo punto è scoppiato quella specie di uragano. Ho pensato 'madonna santa ora chissà nelle sale nuove cosa può succederè. Io non ne posso più di questi stati d'animo. Credo che le mie notti ci guadagneranno e forse anche i miei giorni perché ho il tempo finalmente per studiare. Per essere sereni bisogna che la coscienza sia a posto e io ce l'ho a posto».
Intanto, agli Uffizi tutto è pronto per il nuovo allestimento con 43 opere, 14 vengono da depositi. Otto sale splendidamente riallestite nella Galleria degli Uffizi dove i visitatori potranno da ora ammirare opere importanti del secondo Quattrocento fiorentino, finora messe in 'ombrà dalla vicinanza di capolavori di notorietà mondiale. È questo l'obiettivo del nuovo allestimento delle sale dalla 25 alla 32 all'inizio del Terzo Corridoio della Galleria: in primo piano, dunque, dipinti di Alessio Baldovinetti, Domenico Ghirlandaio, Cosimo Rosselli, Pietro Perugino, Filippino Lippi (le opere finora erano esposte insieme a quelle del padre Filippo), Lorenzo di Credi, Luca Signorelli.
Le sale concludono il percorso del Quattrocento fiorentino e illustrano l'attività della bottega rinascimentale a Firenze dove si formarono i grandi artisti. Curato dal direttore uscente Antonio Natali e da Daniela Parenti, responsabile del Dipartimento Pittura del Medioevo e del Rinascimento, il nuovo allestimento ha permesso l'esposizione di 43 opere (42 dipinti e una scultura), 14 delle quali provenienti dai depositi, in rappresentanza della pittura della seconda metà del XV secolo. A ciascun autore è dedicata una sala e, in alcuni casi (Lorenzo di Credi e Luca Signorelli), due. L'intervento è stato possibile grazie ad una donazione di 600 mila euro da parte di Salvatore Ferragamo. Le sale dalla 25 alla 32 della Galleria degli Uffizi - che nell'ultimo ventennio del XVI secolo ospitavano la fonderia medicea - con le già recuperate sale 33 e 34 formano una sorta di «piccola U» che origina e termina all'inizio del Terzo Corridoio; prima dei lavori queste ospitavano dipinti del '500 fiorentino, veneto, emiliano e lombardo, da Michelangelo a Lotto. «Un capitolo - ha detto Natali - che era necessario perché il secondo Quattrocento rimaneva sacrificato nelle sale del primo corridoio. C'erano opere importanti che nessuno in pratica guardava per la semplice ragione che si trovavano insieme a capi d'opera del mito, a feticci turistici: per esempio, nella prima sala, laddove c'era il Tondo Doni di Michelangelo ora c'è il Tondo del Ghirlandaio che aveva accanto un Botticelli. Quel Tondo non lo guardava nessuno. Ora è da solo: in queste sale in cui prima le opere erano 107, e ancora mi chiedo come facessero a starci, ora le opere sono 43. Molte di queste tavole stanno da sole nella loro parete e finalmente ora le possono vedere tutti quelli che vengono agli Uffizi per una curiosità intellettuale e non per soddisfare un rito». «Mio padre Salvatore - ha ricordato Ferruccio Ferragamo - ha deciso di fondare qui a Firenze la sua azienda attratto dalle bellezze e dalla cultura della città. Questa iniziativa ci consente di esprimere gratitudine ai suoi abitanti per averci aiutato a far crescere il nostro marchio nel mondo».