LUCA BOLDRINI
Firenze

Quando Bowie girò in Toscana con Pieraccioni e Veronesi

Nella sua carriera di attore anche "Il mio West". Il regista pratese: "I fan volevano che firmasse i vinili, ma lo facevo io di nascosto"

Il manifesto de "Il mio West"

Firenze, 11 gennaio 2016 - Grande cantante, icona, camaleonte. ma anche attore. David Bowie ha girato una ventina di film, prestato la voce a pellicole e documentari, è stato fra i primi a capire il potere dirompente dei video musicali.

Nella sua carriera davanti alla macchina da presa il Duca Bianco è stato legato anche alla Toscana. Nel 1998 uscì infatti lo "strampalato" western (la definizione è dello stesso regista) Il mio west, diretto dal pratese Giovanni Veronesi, che lo sceneggiò insieme al protagonista, Leonardo Pieraccioni. Bowie interpretava il ruolo di Jack Sikora.

"Bowie parlava sempre della morte per esorcizzarla - racconta a RaiNews 24 il regista Giovanni Veronesi - e nelle pause del film in Garfagnana parlava sempre della morte. Diceva che aveva fatto il mio film perché il suo personaggio sarebbe morto, in tutti i film che aveva fatto era sempre morto... era una fissazione per lui". Veronesi racconta che era "una persona garbata, sempre al centro della sua attenzione, con la voglia di stupire ed essere particolare. E così è morto: con la malattia del secolo ma con l'improvvisazione che metteva sempre nelle cose che faceva".

 

Tra gli aneddoti della lavorazione del film, Veronesi ricorda sempre a RaiNews: "Doveva cantare una canzoncina americana, "Glory glory alleluja", e io gli avevo dato una chitarrina dell'Ottocento non accordata. Si mise ad accordarla e a suonicchiare. La troupe stava andando a pranzo ma, sentendolo suonare, tornò indietro: tutti andarono verso di lui come richiamati dalla sua musica. A quel punto mi rese la chitarra e disse: "Lo spettacolo è per stasera".

Racconta ancora veronesi: "Bowie era assillato dal  pensiero dei fan che volevano fargli firmare il disco di vinile, c'erano persone che per giorni si accampavano in tenda fingendo di essere alpinisti e mi davano il vinile pregandomi di farglielo firmare. Ma lui non voleva e si arrabbiava, e io non volevo che si arrabbiasse... Così andavo dietro il saloon e li firmavo io con un frego strano e poi li restituivo. E' la prima volta che lo dico: ci sono 120 vinili di David Bowie nel mondo firmati da me...".