
La veduta dal piazzale (foto archivio Ansa)
Firenze, 30 ottobre 2015 - Dieci parole le son "pohe" (alla fiorentina!), per dare una pennellata di quello che è il nostro dialetto. Riducendole proprio all'osso sono almeno una cinquantina i "vohaboli" (riborda, alla fiorentina!) che, anche quelli che un po' si danno un contegno, usiamo nell'arco della giornata e che poi son quelli che abbiamo sempre sentito rammentare in casa, fin da quando siam piccini. Quelli che proprio ci garba pronunciare.
L'è una bischerata, un balocco col quale in molti si trastullano quello di passare in rassegna le parole che caratterizzano la fiorentinità. Però è anche un segnale di appartenenza rafforzato addirittura dai nuovi media. Su internet pullulano i gruppi dedicati al vernacolo, sui social soprattutto (il gruppo Facebook "Sei di Firenze se... " in primis), tanto che è facile trovare commenti di utenti che abitualmente scrivono in fiorentinaccio. Quel che resta della "c" è la nostra bandiera come anche il raddoppiamento: "voaccasa" (tuttunaparola e per quelli più arditi "voakkasa", così un si sbaglia).
La cadenza sì è tutta particolare, tanto che chi non è fiorentino fatica a comprendere. Soprattutto se "strascihiamo" di impegno. Non solo, anche frasi tipo "Ti do un sommommolo ni' viso" son di difficile comprensione. Il tempo che serve per capire, chiedere il significato, il gancio è bellè che partito.
In casa non si rischia di cadere in equivoci... forse: per pulire l'impiantito si va sul sicuro, servono i' cencio e la granata, non intesa come bomba a mano. Attenzione. No perché è successo anche di questo: "Signora - disse la giovane durante il sopralluogo per prendere casa in affitto - è tutto molto bello ma certo quanti piccioni sul davanzale". "Che problema c'è - rispose la signora candidamente - tu pigli una granata e tu li mandi via", "Una granata? - la ragazza incredula - e dove la trovo?", "In mesticheria figliola". Come se fosse la cosa più naturale del mondo. Beh per noi lo è, contrariamente a quanto possa aver pensato la giovane forestiera. Sia chiaro: la granata è la scopa.
Per quanto riguarda il vestiario "i' tony" e le scarpe da "gennastica" ce le abbiamo solo noi.
E come non dedicare due spazi alle offese, si fa per dire, tipiche fiorentine: bischero e bucaiolo ("buhaiolo", pardon). Segni di appartenenza e tradizione, parole talmente masticate dalle nostre orecchie che sono proprio parte della nostra quotidianità, familiari quasi quanto i' babbo... mica il papà!