Il cacciatore di rivincite. Il 2020 di Patrick Cutrone era iniziato nel migliore dei modi, dalla Premier al ritorno in Italia (ciao ciao Milan ingrato) con una rabbia super. Qualcosa si era capito nelle prime partite di Patrick (un gol all’Atalanta), poi lo tsunami del coronavirus.
Quando ha scoperto di avere contratto il virus, qual è stata la prima reazione?
"Ad essere sincero, quando ho iniziato a stare male ho immaginato che sarebbe potuto essere il Covid-19. Ho avuto la febbre altra per un po’ di giorni e, naturalmente, un po’ di paura, ma poi piano piano le cose sono migliorate. E’ stata una gioia sapere che adesso sono tornato negativo".
Flachi alla "Nazione" ha detto che nel gioco somiglia a Pippo Inzaghi. Si rivede nel paragone?
"Di sicuro mi stimola incredibilmente ma rimango coi piedi per terra. Inzaghi è stato un modello per me che venivo dal settore giovanile del Milan".
Ci parli del suo rapporto con Vlahovic e Chiesa.
"Molto buono. Siamo tutti giovani e tutti e tre abbiamo voglia di lavorare per far crescere noi stessi e la Fiorentina".
L’esperienza del Milan, dove è esploso ma che ha dovuto lasciare, cosa le ha insegnato?
"Il Milan è una società molto importante, è stato un onore per me poter giocare a San Siro. Difficile dire cosa mi ha insegnato l’esperienza in rossonero. Sono cresciuto lì, se sono oggi un calciatore di A è sicuramente anche grazie a loro. E devo ringraziare tantissimo i tifosi per l’appoggio che mi hanno sempre dato, mi hanno aiutato moltissimo sia nei momenti belli che in quelli più difficili".
E’arrivato a gennaio con Iachini. E’ l’allenatore giusto per la sua voglia di riscatto?
"La Fiorentina è un club prestigioso e credo che, anche grazie all’aiuto del mister, potrò continuare il mio percorso di crescita. Iachini è un allenatore che chiede molto ai suoi calciatori e farò di tutto per rendermi utile nel suo gioco".
In campionato ancora non ha segnato in maglia viola. Questo le dà carica quando ci sarà la ripresa?
"Ovviamente. Il mio primo gol in viola è stato al Franchi in coppa Italia, voglio riprovare presto quelle emozioni. Di sicuro in questo momento le priorità sono altre, ma spero che si possa tornare a giocare prima o poi per potere regalare nuove soddisfazioni ai tifosi viola".
Isolamento causa virus a parte, con chi aveva legato fuori dal campo a Firenze?
"Conoscevo già alcuni ragazzi della squadra perché ci avevo giocato in Nazionale e questo mi ha aiutato. Devo dire che ho trovato un bel gruppo che mi ha accolto benissimo e con il quale mi auguro di tornare ad allenarmi presto".
Come vive la concorrenza dopo l’arrivo a Firenze di Kouame?
"Per me non è un problema, anzi mi stimolerà a dare sempre di più per migliorarmi e conquistare il posto da titolare. Oggi ogni squadra deve avere un certo numero di attaccanti per far fronte alle situazioni diverse che si trovano in una partita. Bene o male tutti gli attaccanti in rosa hanno caratteristiche diverse, per cui anche con Kouame posso coesistere tranquillamente. Ovviamente poi starà al mister decidere chi mettere in campo a seconda dello stato di forma, piuttosto che dell’avversario che incontriamo".
Il suo sogno nel cassetto.
"Nonostante sia giovane, i sogni sono tanti. Tutti questi sono accomunati da tanta voglia di fare e da grandi aspirazioni sia con la maglia viola che con la Nazionale".
Cosa l’ ha convinto ad accettare la proposta della Fiorentina?
"Quando il mio procuratore mi ha parlato di questa possibilità ho immediatamente detto di sì. Ho sempre ritenuto la Fiorentina una grande società con alle spalle un passato glorioso ed importanti traguardi davanti. Firenze è una città bellissima e la tifoseria fa sentire sempre la sua presenza e il suo affetto".