ROSSELLA CONTE
Firenze

E' morto Stefano, l'ortolano di piazza Santo Spirito. Il dolore del quartiere: "Ci mancherai"

L'attività da cui si sono servite generazioni di fiorentini ha avuto anche un riconoscimento del Comune di Firenze

Stefano Manetti

Stefano Manetti

Firenze, 7 ottobre 2024 - Sono tanti, tantissimi i mazzi di fiori e le piante che sono state lasciate proprio lì dove da oltre 70 anni trova spazio il suo banco. Sono lì come a salutare Stefano Manetti, l'ortolano di Santo Spirito, insignito del riconoscimento del Comune di Firenze per gli oltre 70 anni di attività: "Avviata nel 1947 da Mario Manetti, passando di generazione in generazione fino a diventare un'istituzione nel quartiere di Santo Spirito" si legge sulla pergamena. L'attività quindi è stata aperta dal nonno Mario, presa in mano dal padre Marcello e poi da lui e da suo figlio Alessandro, la quarta generazione. Stefano, uno sportivo, è stato colto da un infarto e si è spento nella notte tra domenica e lunedì dopo un coma durato circa un anno. Tra un fiore e un altro sono stati lasciati dei cartelli: "Sentite condoglianza" scrivono i "colleghi di Santo Spirito". O anche: "Ciao Stefano, ci mancherai".

"Grazie per esserci stato", si legge ancora. Il presidente del Quartiere 1 del Comune di Firenze Mirco Rufilli, che nel 2019 era andato con l'allora sindaco Dario Nardella a consegnare il riconoscimento allo storico ortolano, lo conosce da una vita. "Stefanino amico mio – il suo saluto -, ti ho voluto davvero bene, come ne voglio a tutta la tua famiglia da sempre. Che risate ci siamo fatti da ragazzi in piazza, le battute a tutti, non si salvava nessuno, a volte siamo stati davvero tremendi". Stefano aveva, dicono gli amici "uno spirito da vero fiorentino", anzi no, "da vero Santo Spiritino con la battuta pronta e con in più quel sorriso stampato". L'ortolano di Santo Spirito ha servito generazioni e generazioni di fiorentini che negli anni hanno frequentato piazza Santo Spirito. "Una piazza diventata più silenziosa da quando non ci sei – prosegue Rufilli -. Per fortuna ci sono i tuoi ragazzi e le “tu’ donne” che portano avanti con amore e passione la tua storia e che ci faranno sentire un po’ meno la tua mancanza".