
Da sinistra Gabriele Bianchi, Andrea Nardi, Laura Nardi, Alessandro Nardi, Giulia Bianchi
Firenze, 23 aprile 2015 - Alle soglie dei settant'anni di attività (è stata fondata nel 1946) la "Bianchi e Nardi" guarda al futuro e si affida alla terza generazione delle due famiglie di imprenditori. Adesso, infatti, le redini dell'azienda specializzata in pelletteria di alta gamma passano a un team composto da cinque trentenni: Gabriele Bianchi, responsabile amministrativo; Giulia Bianchi, responsabile ufficio legale. Laura Nardi, presidente e account manager; Alessandro Nardi responsabile produzione; Andrea Nardi, responsabile dell'approvvigionamento e qualità della materia prima.
Un passaggio generazionale, ma anche una nuova sfida lanciata dall'azienda fondata nel 1946 da due amici come MarioBianchi e Aldemaro Nardi. Appena insediato, il nuovo consiglio di amministrazione ha preso la decisione di sbarcare sul mercato del luxury con un proprio brand, pur continuando a produrre per conto dei grandi gruppi mondiali del lusso. Nasce così "Bianchi e Nardi 1946" la nuova collezione di borse in pellami pregiati. Contemporaneamente il gruppo ha aderito al programma Elite di Borsa italiana per avvicinarsi al mercato dei capitali e accelerare l'internazionalizzazione.
Con oltre 30 milioni di euro di ricavi (+17,4%) e un utile prima delle imposte pari a 3,6 milioni (+19%), dati 2014, Bianchi e Nardi è a tutti gli effetti uno dei protagonisti della pelletteria italiana. Nello stabilimento di Scandicci ha una capacità produttiva di circa 80mila pezzi all'anno. Per Bianchi e Nardi il Made in Italy è un elemento essenziale del Dna aziendale da cui non si può prescindere. Già nel 1941, prima che la società fosse fondata, Aldemaro Nardi aveva venduto le prime "cinque borse in feltro" a Guccio Gucci. In seguito, soprattutto a partire dagli anni '80, crebbe la produzione per i grandi marchi del lusso sia italiani sia internazionali. Ma la manifattura, oggi come allora, è sempre stata italiana, anzi fiorentina.
La Bianchi e Nardi nasce ufficialmente a Firenze nel 1946 ad opera di Mario Bianchi e Aldemaro Nardi, due esperti pellettieri che si erano fatti le ossa nella bottega di Mario Scuri, uno degli artigiani più famosi in città durante gli anni '30. Amici oltre che soci, i due avevano cominciato a collaborare fra loro prima che la società avesse una sua identità giuridica. Bianchi era famoso per le sue "mani d'oro", insuperabile nel trasformare uno schizzo in un modello, un pezzo di pelle in una borsa finita. Raccontava Aldemaro, di nove anni più giovane: "Mario Bianchi fu il mio primo maestro e mi insegnò a fare fodere e borsellini, a ricoprire le cerniere di pelle e a montarle. Mi mettevo al banco e piano piano imparavo a incernierarle". Già durante la guerra la fama dei due maestri pellettieri si sparse in città. E la notizia arrivò anche alle orecchie di Guccio Gucci, allora specializzato in selle per cavalli e alla ricerca di fornitori per le sue borse. "La pelle nel '41 era introvabile", ricordava Aldemaro Nardi, "allora preparai cinque borsettine di feltro, le misi in valigia e mi presentai da Gucci. Lo incuriosii perchè ero giovane, guardò e riguardò le borse, notò le cuciture fatte a regola d'arte e alla fine mi comprò tutta la produzione". Oggi come allora tutte le produzione di Bianchi e Nardi, comprese quelle affidate ai fornitori, sono effettuate nell'area fiorentina.