Festival dell’Economia civile, un panel con l’economista Sachs: “Serve un nuovo pensiero”

All’incontro, moderato dalla vicedirettrice de La Nazione Cristina Privitera, hanno partecipato anche Ivana Borsotto e Marco Venturelli

Da sinistra, Marco Venturelli, Ivana Borsotto, Jeffrey Sachs (Foto Marco Mori/New Press Photo)

Da sinistra, Marco Venturelli, Ivana Borsotto, Jeffrey Sachs (Foto Marco Mori/New Press Photo)

FIRENZE, 6 ottobre 2024 – «Abbiamo bisogno di un nuovo pensiero, perché molto è cambiato e la terra trema sotto i nostri piedi». Lo ha detto l’economista americano Jeffrey Sachs, professore alla Columbia University, uno dei massimi esperti mondiali di sviluppo economico e lotta alla povertà, intervenendo oggi al Festival nazionale dell’Economia civile in corso a Firenze.

«Pensiamo per esempio a tutti gli eventi degli ultimi anni, destabilizzanti e pericolosi, risultato di un mondo che cambia velocemente senza direzione - ha proseguito Sachs -. Il primo cambiamento è quello geopolitico, perché dopo che per molti decenni abbiamo vissuto in un mondo guidato dalla regione nordatlantica, ora la situazione è cambiata, ci troviamo in un mondo multipolare con una Cina sempre più forte, un est-asiatico in crescita, un aumento dell’unificazione africana. Abbiamo poi il cambiamento ambientale, causato dall’inquinamento, dalla distruzione ecosistemi e dalla perdita delle biodiversità. Il terzo dramma del nostro tempo è infine quello del cambiamento tecnologico, diseguale e iniquo e che a sua volta causa altra ineguaglianza nel mondo. L’idea dell’Onu è un’idea di equità, di pace e di sostenibilità ambientale».

L’economista americano, che è stato consulente di tre segretari generali delle Nazioni Unite, ha preso parte al panel ‘Partecipare a un nuovo modello di coesione e giustizia sociale, durante il quale si è parlato dell’impatto degli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite, mettendoli a confronto con gli obiettivi del Pnrr in Europa e il Patto delle Nazioni Unite per il futuro. Al panel con Sachs hanno preso parte anche Ivana Borsotto (presidente di Focsiv, la federazione di 97 Ong di ispirazione cristiana impegnate in progetti di cooperazione internazionale allo sviluppo in ottanta Paesi del mondo) e Marco Venturelli, segretario generale di Confcooperative, moderati da Cristina Privitera, vicedirettrice de La Nazione. Sachs nel suo intervento ha illustrato anche gli esiti del Vertice del futuro promosso dalle Nazioni Unite che si è tenuto il 22 e il 23 settembre scorsi ed è stato mirato su cinque obiettivi tutti correlati al multilateralismo: raggiungere lo sviluppo sostenibile, assicurare la pace globale, governare le tecnologie d’avanguardia, educare i giovani per il nostro nuovo mondo, riformare le istituzioni delle Nazioni Unite per renderle adatte all’equilibrio post-egemonico del XXI secolo.

A conclusione del Festival – che si è aperto giovedì – è stato presentato il Manifesto dei giovani per una nuova economia sociale e civile. «Noi giovani ci impegniamo a sostenere e sviluppare imprese che abbiano come obiettivo non solo il profitto ma anche il miglioramento delle condizioni sociali e ambientali dei nostri territori. Ci impegniamo ad acquistare consapevolmente, informandoci sul luogo di provenienza dei prodotti e sulle condizioni di lavoro»: questi i punti cardine del Manifesto, redatto da molti studenti provenienti da tutta Italia durante la tre giorni del Festival. Giunto alla sesta edizione, la manifestazione aveva come tema la partecipazione. Quella dei giovani ha preso forma nel Manifesto che è stato presentato e consegnato al comitato promotore del Fnec: al presidente di Federcasse-Bcc Augusto Dell’Erba, al presidente di Confcooperative Maurizio Gardini, al direttore generale di NeXt Economia Luca Raffaele. Andare oltre il Pil e guardare piuttosto alla felicità individuale e collettiva, la ricetta dei giovani autori del Manifesto, presente del resto anche nei riferimenti della ricerca del BenVivere, facendo del profitto uno strumento e non un fine.