Fabrizio Morviducci
Economia

Moda, il distretto trema. “Cassa integrazione per tutto il 2025”

L’assessora regionale Nardini scrive alla ministra del Lavoro, Calderone. “E codici Ateco aperti alla filiera completa. Serve un tavolo permanente”

Fra le ditte maggiormente in difficoltà ci sono quelle legate al comparto della moda vittime della crisi del settore

Fra le ditte maggiormente in difficoltà ci sono quelle legate al comparto della moda vittime della crisi del settore

Firenze, 27 febbraio 2025 – Cassa integrazione spalmata su tutto il 2025 e codici Ateco aperti a tutta la filiera. Sono i provvedimenti irrinunciabili per salvare il distretto della moda che la regione Toscana ha chiesto alla ministra del lavoro, Elvira Calderone. La crisi non si ferma, le associazioni di categoria lanciano l’allarme: i volumi produttivi resteranno questi, occorre attrezzarsi e ripensare i modelli d’impresa. Occorre però fare in fretta, perché le aziende soffrono e, soprattutto quelle artigianali, continuano a chiudere.

Ieri l’assessora alle crisi aziendali e formazione professionale della Regione Toscana, Alessandra Nardini ha scritto una lettera al ministro del lavoro, Elvira Calderone per chiedere nuovamente interventi urgenti sugli ammortizzatori sociali a sostegno del settore moda. “Continuo a essere convinta – ha detto Nardini – che si debba lavorare su due binari, congiuntamente con il livello nazionale: mettere in campo tutti gli strumenti, e i necessari correttivi a questi strumenti, per aiutare il settore a superare questa crisi e confrontarci su quali misure possano rilanciare il settore. Per questo ho ribadito la richiesta di un tavolo permanente che veda l’impegno congiunto del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, quello delle Imprese e del Made in Italy, le Regioni coinvolte e le parti sociali maggiormente rappresentative, sia per quanto riguarda le organizzazioni sindacali che le associazioni datoriali”.

Ma in attesa di riformare il sistema produttivo, servono gli ammortizzatori sociale, servono come il pane. Per questo la regione ha inviato al governo una piattaforma di richieste che vanno in questa direzione: intanto l’azzeramento del limite di cassa integrazione previsto dal fondo per l’artigianato, poi la proroga per tutto il 2025 della cassa integrazione in deroga e l’estensione a tutti i codici Ateco della filiera della moda.

L’altra richiesta è l’introduzione della sola modalità di pagamento diretto da parte di Inps per la cassa straordinaria, in modo che l’erogazione non gravi sulle imprese con l’anticipo delle risorse e l’eliminazione dell’obbligo di esaurire gli ammortizzatori ordinari prima di accedere alla cig in deroga. A soffrire di più la crisi del settore è l’area fiorentina, vera e propria locomotiva del comparto moda a livello non solo regionale, ma anche nazionale.

“I volumi produttivi non torneranno quelli di una volta – ha detto Simone Balducci di Federmoda Cna Firenze – e di questo gli operatori sono convinti. Occorre riformare il sistema su questi livelli di produttività. Ma occorre anche tenere conto che Firenze e la Toscana hanno anche un problema di competitività rispetto alle regioni del sud dove i brand stanno continuando a spostarsi. Bene ha fatto l’assessora Nardini a chiedere più impegno sugli ammortizzatori sociali al governo, ma voglio sottolineare che nella finanziaria 2025 ci sono altri 2,2 miliardi di gravi per le zone economiche speciali. Questo vuol dire incentivi per l’acquisto di macchinari, immobili e strumenti per l’attività d’impresa, che alla fine incidono anche sul costo del lavoro. Gli ammortizzatori sociali sono fondamentali per non morire, ma con la moda in crisi senza garanzie di parità di condizioni tra regioni o incentivi come al sud, il distretto rischia di restare al palo”.