Firenze, 28 febbraio 2023 - Chiudono i piccoli negozi mentre bar, ristoranti e strutture ricettive, nonostante la battuta d’arresto imposta dalla pandemia, proseguono la loro marcia trionfale. Lo rivela i dati dell’ultimo Osservatorio Confcommercio sulla demografia d’impresa, elaborato con la collaborazione del Centro Studi delle Camere di Commercio “G. Tagliacarne”. Secondo l'indagine, dal 2012 al 2022 la città ha perso 849 aziende commerciali, delle quali 320 in centro storico e il resto nel territorio comunale.
In termini percentuali, -18% dentro le mura e -16% fuori. Ad avere la peggio sono stati i negozi di beni tradizionali come abbigliamento e calzature, libri e giocattoli, arredamento, poi ferramenta e imprese ambulanti. Secondo Confcommercio, nel comparto distributivo fiorentino va meglio solo per chi vende servizi e prodotti legati a informatica, telefonia e salute, in crescita costante. Ma il vero boom riguarda le attività legate al turismo, che dal 2012 al 2022 hanno visto nel complesso aumenti percentuali a due cifre: +21% in centro storico e +15% fuori.
In termini assoluti, se nel 2012 i servizi di alloggio e ristorazione erano 1.200 in centro e 1.517 nelle altre zone, nel 2022 sono arrivati rispettivamente a 1.455 in centro e 1.744 fuori. E probabilmente sarebbero cresciuti ulteriormente, se non avessero dovuto scontare la frenata causata dall’arrivo del Covid, visto che nel 2019 e quindi alla vigilia dello scoppio della pandemia, solo in centro storico avevano già superato quota 1.500. “Numeri che rendono evidente in maniera drammatica un fenomeno che da tempo è sotto gli occhi di tutti. Ci vogliono azioni urgenti per frenare il rischio di desertificazione commerciale" sottolinea il direttore di Confcommercio Toscana Franco Marinoni. Alla base della moria di negozi ci sono più fattori: da un lato il cambiamento dello stile di consumo, oggi orientato anche verso l’e-commerce oltre che al negozio fisico, dall'altro la crisi economica che spinge le famiglie al risparmio. “Da non sottovalutare – prosegue Marinoni - l’invecchiamento della popolazione, soprattutto nei centri storici. E a Firenze, ovviamente, l’avanzata del turismo, che ha stravolto il tessuto commerciale. Internet può diventare un grande alleato dei negozi fisici, che inizialmente lo hanno visto solo come un nemico. Ma gli esercenti vanno accompagnati in questo salto tecnologico”. “Meno negozi significa meno occupazione, meno servizi alle persone, meno presidio della città e quindi anche meno sicurezza – conclude il presidente di Confcommercio Toscana Aldo Cursano – la crescita delle imprese turistiche non compensa le perdite del commerciale, né in termini di occupati né tantomeno in termini di vivibilità della città, che rischia di diventare un luogo ostile ai residenti”.
Rossella Conte