Firenze, 29 maggio 2024- Era il 29 maggio del 1953 quando, per la prima volta nella storia, il neozelandese Edmund Hillary, insieme a Tenzing Norgay, sherpa nepalese, raggiunsero la cima dell’Everest, a quota 8.848 metri. Giunti in vetta, in segno di gratitudine, Hillary pose una croce nella neve mentre Tenzing biscotti e cioccolato. Rimasero a contemplare il panorama mozzafiato e il mondo ai loro piedi per un quarto d'ora.
Oggi c’è la corsa a scalare la montagna più alta del mondo, che è stata conquistata già 600 volte da aprile. Ma sull’Everest si continua a morire: almeno 7 scalatori non sono sopravvissuti. Appena qualche giorno fa il corpo senza vita dell'alpinista keniano Joshua Cheruyiot Kirui, 40 anni, è stato trovato vicino alla vetta dell'Everest in Nepal. L'esperto alpinista keniano aveva fatto perdere le sue coordinate quando era già oltre gli 8 mila metri d'altezza, a pochi metri dalla meta. Sarebbe stato il primo africano a raggiungere la vetta dell'Everest senza ossigeno di supporto. Ma ci sono anche buone notizie di chi tenta l’impresa.
Una bambina di quattro anni di nome Zara, originaria della Repubblica Ceca, è entrata nella storia diventando la più giovane climber a raggiungere il campo base del temibile Monte Everest. Accompagnata dal padre e dal fratello di sette anni Sasa, Zara ha percorso oltre 270 chilometri con un dislivello di oltre 20.000 metri, ha sfidato sfide estreme, tra cui temperature che sono scese a -25 gradi Celsius al campo base. La famiglia, originaria delle zone rurali della Malesia, ha preparato Zara al formidabile trekking himalayano con un approccio genitoriale unico. L'educazione precoce della ragazza prevedeva camminate quotidiane di 5-10 chilometri, per un totale di oltre 2.200 chilometri percorsi nella giungla nel 2023. Zara è stata abituata al freddo, con bagni in acqua ghiacciata.
Dopo la prima spedizione, che nel 1921 ha raggiunto i 7000 metri di quota, sono arrivati la prima ascensione compiuta nel 1953 da Edmund Hillary e Tenzing Norgay, la prima senza bombole di ossigeno da parte di Reinhold Messner e Peter Habeler nel 1978, la prima invernale del 1980 da parte di un team polacco. L'Everest non è solamente una montagna, è anche uno strumento per leggere la storia del mondo. Per i tibetani la montagna si chiama Chomolungma, ma i topografi britannici che l'hanno misurata nell'Ottocento le hanno dato il nome di un collega. Nel 1950, con l'occupazione cinese del Tibet e l'apertura delle frontiere del Nepal, le spedizioni si sono spostate dal versante settentrionale a quello meridionale del gigante. Dal 1980, quando la Cina si è aperta al turismo, entrambi i versanti sono frequentati.
Tutto ebbe inizio il 20 dicembre 1920, grazie a un telegramma spedito da Lhasa, la capitale del Tibet, che ha cambiato la storia dell'avventura, e anche quella dell'Asia. Il messaggio, inviato dal Dalai Lama alle autorità dell'India britannica, autorizzava la partenza della prima spedizione verso l'Everest. Iniziò con quelle poche righe una straordinaria avventura, nella quale gli exploit dei migliori alpinisti del mondo si alternano fin dall'inizio a terribili tragedie.
Nasce oggi
John Fitzgerald Kennedy nato il 29 maggio del 1917 a Brookline. È stato il presidente che è riuscito a conquistare più di chiunque altro il cuore degli americani. La sua figura continua ad essere ricordata e celebrata come uno dei grandi simboli dell'America del Novecento. Eppure, come 35esimo presidente degli Stati Uniti, servì il suo Paese per soli due anni e mezzo, ma nonostante questo resta cruciale per definire l'America del dopoguerra. Gli storici sono concordi nel ritenere che in parte è per la sua biografia, così piena di successo e fascino, in parte per la sua morte, così violenta e inattesa. Ha detto: “Perdona i tuoi nemici, ma non dimenticare mai i loro nomi”.
Maurizio Costanzo