Firenze, 5 febbraio 2019 - Marco Masini, Paolo Vallesi, Aleandro Baldi e Alessandro Canino. Ma anche Narciso Parigi, padre dell’inno O Fiorentina, fino ad arrivare al giovane professore di matematica Lorenzo Baglioni. È lunga la lista dei fiorentini che hanno calcato, con successo, il prestigioso palco di Sanremo. E non solo come cantanti. Basta ricordare che Carlo Conti è stato presentatore e direttore artistico del festival per tre anni consecutivi, prima dell’era Baglioni, macinando ascolti molto lusinghieri, coniugando sapientemente la gara canora alla parte di intrattenimento. È di Conti, per esempio, l’idea di inserire la serata dei duetti (che poi Baglioni ha trasformato in parte integrante della sfida musicale).
Un nome legato indissolubilmente a Sanremo è quello del maestro fiorentino Giancarlo Bigazzi, autore di centinaia di veri successi italiani. Un esempio? Miele, portata a Sanremo nel 1977 dal gruppo «Il giardino dei semplici» (quarta classificata) che poi ha venduto un milione di copie. Tra la metà degli anni Ottanta e l’inizio degli anni Novanta, Bigazzi crea in riva all’Arno una sorta di laboratorio musicale, producendo i primi lavori di Masini, Canino, Vallesi, Baldi. Un poker di artisti fiorentini che all’Ariston hanno lasciato il segno. Vallesi nel 1991 ha vinto nella categoria Giovani con Le persone inutili, l’anno successivo si è piazzato al terzo posto con La forza della vita (uno dei 15 singoli più venduti nel 1992), mentre nel 1996 il brano Non andare via si classifica al 18° posto. TRIS di partecipazioni a Sanremo anche per Alessandro Canino.
Tra queste, c’è l’indimenticabile Brutta (1992) che si piazza al 6° posto, ma il successo è stratosferico tanto da vincere anche il Telegatto come rivelazione musicale. Aleandro Baldi da Greve in Chianti ha all’attivo due vittorie: nel 1992 insieme a Francesca Alotta nelle «Nuove proposte» con Non amarmi e nel 1994 tra i «big» con Passerà. Tornando indietro nel tempo, indimenticabile la partecipazione del campigiano Narciso Parisi con Claudio Villa nel 1955 con Incantatella, mentre nel 1962 insieme a Giorgio Consolini presenta Vita ma non riesce ad arrivare in finale. Il fiesolano Riccardo Del Turco, invece, a Sanremo ci è andato quattro volte, la prima nel 1969 con Cosa hai messo nel caffè (altro successo scritto da Bigazzi). Sono passati dalla Città dei fiori anche i fiorentini Alberto Cheli (nel 1980 con Passerà) e Riccardo Azzurri (nel 1983 con Amare te). Nel 1984 la città del Giglio è ben rappresentata dal campione mondiale di rock acrobatico Rodolfo Banchelli. Il cantante e attore arriva a Sanremo grazie alla sua vittoria al Festival di Castrocaro dell’anno precedente. Il brano Madam» non riesce ad accedere alla finale ma ottiene un buon successo discografico.
E tra le donne? Sicuramente la fiorentina più famosa passata per Sanremo è Irene Grandi. Su quel palco si è emozionata e ha fatto emozionare ben quattro volte, la prima volta nel 1994 con Fuori piazzandosi al 4° posto nelle «Nuove proposte», mentre nel 2000 arriva seconda con La tua ragazza sempre. Per quanto riguarda le band, nel 1997 è la volta dei «Dirotta su Cuba», ovvero Rossano Gentili, Stefano De Donato e Simona Bencini. Il brano s’intitola E’ andata così e il trittico gigliato arriva 12°. E non è andata male visto che la band simbolo del funky italiano è ancora in attività. Tornando ai giorni nostri, ecco il successo di Lorenzo Baglioni (nato a Grosseto ma fiorentino a tutti gli effetti): lo scorso anno, nella sezione «Nuove proposte», il laureato in matematica, intona Il congiuntivo, un inno alla grammatica e alla lingue italiana.