Firenze, 19 giugno 2023 – Terzo classificato del premio letterario "Racconta la tua Sant'Ambrogio" indetto da La Nazione nell'ambito di "Sale - Sant'Ambrogio in festival" promosso da Teatro del Sale – Cibreo è Walter Scancarello con ‘Primo e secondo tempo’. Ecco il suo racconto.
“È presto stamani. Borgo alla Croce è deserta, anche le serrande dei negozi stentano ad alzarsi. Solo l’edicola ha già messo fuori le civette con titoloni accattivanti sulla Fiorentina ed i peccati dell’amministrazione. Il bar dei napoletani ha visto arrivare il giorno e adesso allestisce i due tavolini con le sedie di finto vimini mentre dietro l’angolo si sentono gli strilli del mercato che si sta accendendo. Sono le sette e trentacinque, una manciata di minuti e anche il fioraio di piazza dei Ciompi distribuirà colori attorno alla baracchina mentre il pastore tedesco prenderà posto sotto la fioriera sul retro. I netturbini tolgono gli indizi dell’ennesima nottata balorda sotto la Loggia del Pesce e Piero se ne sta a guardare, un po’ ingobbito, con La Nazione sotto l’ascella. Tra poco lo raggiungerà Angelo, tra tutti e due faranno quasi due secoli, ma sono arzilli, specialmente se c’è da criticare, specialmente se c’è da spettegolare. Loro le sanno tutte anche quelle che non si devono sapere e quelle che non importa a nessuno di sapere. Con loro, lemme lemme, due passi indietro mi dirigo verso il selciato della chiesa di Sant’Ambrogio dove svolazza uno striscione con Cristo e la Madonna e un’invettiva contro il popolo della notte che non porta rispetto. Il trippaio scardina gli sportelli del chioschetto, già odora di bollito tutto intorno; Piero e Angelo sono da lui, con uno scatto imprevedibile si piazzano sugli sgabelli del trippaio e cominciano la tiritera: “il quartiere non è più quello d’una volta..., un si conosce più nessuno..., tutti emigrati sporchi e criminali, tutti turisti che non sanno nemmeno dove si trovano”. Poi sono i primi a dare il resto del giornale a Mohamed che si piazza lì, proprio sull’angolo tra la piazza e via dei Macci dove canterà, darà buongiorni, sparerà battute ai passanti fino alle due del pomeriggio quando il popolo del mercato se ne va con le borse piene e colorate, quando i banchi della frutta e della verdura devono lasciare il posto alle auto da parcheggiare, quando l’identità del luogo comincerà ad affievolirsi per diventare un luogo incerto e sbiadito, un punto di passaggio con mille lingue e mille distrazioni. Anche Piero e Angelo sono rientrati a casa e prima di concedersi un riposino sbirciano dalle persiane quegli sconosciuti che hanno preso il loro posto sugli sgabelli del trippaio.