REDAZIONE FIRENZE

Fiesole, Roberto Cacciapaglia in concerto. E le Farfalle Azzurre saranno in platea

Classica e contemporaneità, ricerca e spiritualità: il pianista milanese, che il 5 settembre si esibirà al Teatro Romano per l’Estate Fiesolana, si racconta

Roberto Cacciapaglia

Firenze, 2 settembre 2023 - Una musica che fonde classica e ricerca, tradizione e contemporaneità, un’esperienza percettiva intima e condivisa che culmina nell’ascolto. Pianista di fama internazionale e autore di culto, Roberto Cacciapaglia sarà in concerto martedì 5 settembre al Teatro Romano di Fiesole, nell’ambito dell’Estate Fiesolana. Dagli esordi come pioniere della musica cosmica al trionfo dell’Albero della Vita per Expo 2015, passando per le sperimentazioni elettroniche, la musica classica, i concept album e la collaborazione con la Royal Philarmonic Orchestra, il cammino artistico e umano di Roberto Cacciapaglia è segnato da profonde implicazioni musicali e spirituali. La scrittura della sua musica si basa su elementi essenziali, l’armonia delle triadi, le ripetizioni melodiche e i cicli che si rifanno alle orbite planetarie e alla struttura degli armonici, gli stessi canoni con cui Pitagora faceva coincidere le leggi dell’Universo. I suoi concerti non sono creati non solo per l’ascolto, ma per la partecipazione profonda con il pubblico, per vivere un’esperienza intima e condivisa. I suoni sono il ponte invisibile che connette sia le persone tra loro, sia ognuno di noi con il suo arcobaleno interiore, fatto di mille sfumature percettive ed emotive. Maestro Cacciapaglia, quale repertorio presenterà agli ascoltatori? “Suonerò vari brani del mio ultimo lavoro “Invisible Rainbows” (Arcobaleno invisibile) che ho portato in tour e, dopo l’Italia, porterò a Londra. E a seguire i brani più importanti della mia carriera, che il pubblico si aspetta”. Che cosa rappresenta per lei l’arcobaleno che dà il titolo all’ambum? “L’arcobaleno arriva sempre dopo la tempesta, e sono tante le tempeste che stiamo vivendo, dalle guerre all’ecologia. L’arcobaleno, in mezzo all’oscurità, è simbolo di purezza, di luce, è un’aspirazione e insieme un augurio ad andare verso l’evoluzione. Un altro aspetto importante su cui si basa il mio ultimo lavoro sono gli “arcobaleni invisibili”, che sono dentro di noi, e sono altrettanto meravigliosi come quelli che scorgiamo in cielo. Il suono, anch’esso invisibile: i colori dell’arcobaleno sono un po' come gli armonici del suono. E la musica credo possa attivare questi arcobaleni che abbiamo dentro di noi, che vediamo poco, ma sono straordinari. La musica e il suono penso possano essere un ponte per farci scoprire quelle parti più pure e nascoste che appartengono al genere umano”. Nella sua musica i generi si perdono: ci racconta il suo concetto di ‘distillato’? “Fin dagli esordi non sapevano dove mettere i miei lp. Fin da ‘Sonanze’ dove esploravo e facevo incontrare le dissonanze della musica colta e accademica con le assonanze della musica rock e pop che parlava alle generazioni. Io ho sempre visto queste due anime della musica non in competizione tra loro, ma come una necessità di andare oltre le gerarchie. Ho poi continuato la sperimentazione e ‘distillato’ deriva da qui, e significa essere aperti a tutte le influenze, soprattutto nella nostra epoca dove possiamo venire in contatto sia geografico che storico con musiche che vengono dal passato o dall’altra parte del pianeta. È molto più artificiale, a mio parere, seguire la tradizione europea colta: personalmente ho sempre voluto andare oltre tutti i confini, dove si perdono le radici: ecco, quello è il luogo dove la musica è pura luce, puro spazio. Non ti chiedono più il passaporto per sapere se arrivi dal folk, dal jazz, dal pop: nel luogo dove tutto è ‘distillato’ è pura luce”. Secondo lei la musica che momento sta vivendo, dopo il momento buio della pandemia, e che futuro le aspetta? “Penso che la musica stia vivendo un momento di rinascita, soprattutto dopo la pandemia. C’è una grandissima voglia, di sentire e vivere la musica come vitalità, fluidità, esperienza totale. Io cerco di fare della musica che possa essere strumento di evoluzione, una porta aperta, un ponte verso le emozioni, un ponte verso tutto quello che in noi stessi c’è di buono. Penso che a livello planetario sta andando in questa direzione. Il pubblico soprattutto chiede - lo vedo nei miei concerti dall’America alla Cina, dall’Inghilterra all’Italia alla Turchia – di tornare all’arte, alla bellezza, alla profondità. La musica è un’arte modernissima e antichissima, è l’arte più intima, anche se siamo un milione di persone ad ascoltarla, è invisibile a differenza della pittura, della scultura o dei libri, ed è un rito collettivo, e la potenza del suono sposta le montagne. Abbiamo a disposizione tante scoperte, dalle neuroscienze alla fisica quantistica, su cui la musica può poggiare. I geni di una volta potevano solo fare leva sulla loro genialità, oggi la musica incontra la scienza, la chimica, la psicanalisi, quindi penso che sempre più la musica possa essere un’arte che insegna, che guida, che fa maturare, che dà delle visioni straordinarie”. Che rapporto ha con Firenze e la Toscana? “Sono molto contento di venire a Fiesole per la prima volta. A Firenze ho suonato in tutti i teatri e ho un rapporto speciale con il pubblico fiorentino. È un luogo dove la cultura, l’arte, la bellezza vivono ancora. Dicevo prima che bisogna recuperare la profondità dell’arte e della bellezza, e a Firenze questo lo si sente, parliamo un linguaggio comune. E poi la collaborazione con Pietro Grossi a Pisa, vado spessissimo nell’Amiata, e anche in Versilia: insomma ho la Toscana nel cuore e sono felice di esibirmi in un tempio del suono quale il Teatro Romano di Fiesole”. Cosa si sente di consigliare ai giovani che sognano di intraprendere la sua strada? “A proposito di giovani, aprirà il mio concerto un giovane pianista compositore che arriva da New York, Michael Wall, vincitore del contest internazionale ‘The Future’ che ho indetto e al quale hanno partecipato in tantissimi. Abbiamo tanti talenti che sono straordinari, a cui dare fiducia: ho fondato l’Educational Musical Academy, in 14 anni gli allievi hanno fatto tante cose belle, hanno preso premi in America e in Inghilterra, fatto colonne sonore, e soprattutto possono pubblicare le loro opere con World Wide e Believe. Cosa consiglio ai giovani? L’importante è lavorare per la musica. Ma attenzione, c’è un fantasma, quello del tutto e subito, che bisogna lasciar perdere. Tutto arriva, ma con lo studio, il lavoro e la sincerità con quello che si va a fare. Bisogna essere sinceri profondamente con se stessi, amare l’arte, non andare alla ricerca di qualcosa che va via. I riconoscimenti sono importanti, ma ai ragazzi chiedo studio e serietà per quest’arte. Ai ragazzi dico: lavorate per la vostra musica, per fare qualcosa di utile per l’umanità”. Alla serata saranno presenti in platea anche le Farfalle Azzurre, la nazionale italiana di ginnastica ritmica, che sulle note di “Tree of Life Suite” di Roberto Cacciapaglia ha vinto la medaglia d’oro alle Olimpiadi di Tokyo 2020 e ai Mondiali di ginnastica ritmica di Kitakyushu nel 2021. A fine concerto il maestro le inviterà sul palco per un saluto. I biglietti per il concerto – posti numerati 34,50 e 25,30 euro - sono disponibili sul sito ufficiale www.estatefiesolana.it, su www.ticketone.it (tel. 892.101) e nei punti Box Office Toscana (www.boxofficetoscana.it/punti-vendita - tel. 055.210804). Maurizio Costanzo