
Giancarlo Antognoni
Firenze, 5 settembre 2016 - Prima le occhiate sbilenche, poi i musi lunghi e le battutine, fino all’indifferenza reciproca, quindi l’incontro e le tre parole di Antognoni all’uscita del centro sportivo di fronte al crocchio fitto dei cronisti: «E’ andata bene». A distanza di una settimana, il Capitano riprende il filo di una storia riemersa da un sentimento molto prossimo al rancore. E’ il caso di fare davvero chiarezza per misurare la reale temperatura del feeling.
E’ andata bene quanto, Giancarlo?
«L’incontro è stato positivo perché ci siamo parlati. Aggiungo che ci siamo parlati con grande franchezza. In genere quando nascono fraintesi la responsabilità è di entrambe le parti: guardandosi negli occhi magari ci si può riavvicinare e così è successo».
La proprietà ha ammesso le sue responsabilità?
«Sì. E io le mie, soprattutto per quanto riguarda la prima parte del nostro, diciamo, fraintendimento».
Tutto risolto quindi.
«Direi proprio di sì. Il nostro è stato un arrivederci».
Vi siete dati tempi o scadenze particolari?
«No, l’importante almeno per quanto mi riguarda era scacciare le ombre, la situazione stava diventando molto antipatica soprattutto in prossimità di un appuntamento storico per la società. Ci siamo lasciati dandoci un appuntamento senza scadenza».
E questo è sufficiente per essere ottimisti?
«Non ho mai chiesto ruoli alla Fiorentina, né ho mai detto che vorrei ricoprire un incarico particolare all’interno della società».
Veniamo al punto allora, cioè al sospetto che in molti hanno.
«Ascolto».
Lei è stato direttore generale della Fiorentina con Cecchi Gori: pretenderebbe di avere lo stesso ruolo con Della Valle?
«Non so chi possa pensare una cosa del genere...».
Per cui?
«Per cui faccio una premessa, anzi due: primo, sono impegnato con la Federazione e sono contento di quello che sto facendo; secondo è chiaro che il mio impegno eventuale nella Fiorentina dovrebbe essere gratificante per me e utile alla società. Credo però che non sarebbe un problema individuarlo, perché volendo i ruoli si trovano».
Più concretamente, tanto per avere un’idea, a quale ruolo penserebbe?
«Sono nel calcio da più di 40 anni e ne ho viste di tutti i colori lavorando praticamente in tutti i settori di una società... Dopo aver finito di fare il calciatore ho cominciato facendo la gavetta nell’altro ambito: prima osservatore, poi piano piano sono salito nelle gerarchie. Sono stato anche team manager e poi direttore generale».
Si vede un po’ a tutto campo, quindi.
«Esatto. Diciamo che sono un jolly. E non credo di essere presuntuoso se penso che potrei fare tutto».
Anche occuparsi di mercato?
«Non è proprio la mia specialità, anche come direttore generale davo il mio parere sulle caratteristiche e le potenzialità dei giocatori che interessavano. Le trattative poi venivano portate avanti da altri».
E se il ruolo fosse solo formale? «Rappresentare la società non mi dispiacerebbe, certo bisognerebbe vedere in quale contesto e come. In ogni caso, lo ripeto ancora, io sarei disponibile e mi farei trovare pronto per parlarne: la Fiorentina per me avrà sempre la precedenza ».
Che impressione le ha fatto Andrea Della Valle?
«Già lo conoscevo, questa volta l’ho trovato ben disposto e pronto al dialogo. Non credo dipendesse solo dalla festa per i 90 anni che si stava avvicinando... E poi, sul conto di Andrea un’altra cosa in particolare mi ha colpito».
Quale?
«Quando mi hanno fatto visitare il centro sportivo, che fra parentesi è davvero bello, ho notato che è in ottimi rapporti con le persone che occupano posti di minor responsabilità all’interno della struttura. Soprattutto con loro ADV è molto affettuoso e disponibile. Questo aspetto mi è piaciuto».
La Fiorentina ha appena chiuso il mercato estivo: che voto si merita?
«Direi 6 e mezzo, considerando anche i conti rimessi in ordine. Non sono arrivati nomi famosi e ammetto di non conoscere alcuni rinforzi, ma la storia di Corvino dimostra che ha sempre fatto bene quando ho scommesso sui giovani. Una cosa però mi è dispiaciuta, anzi è mancata al mercato».
Quale? «Mi dispiace che non sia tornato Jovetic, avrebbe fatto molto comodo. Sono sicuro che avrebbe fatto benissimo».
Sanchez e Milic hanno esordito contro il Chievo: che impressione le hanno fatto?
«Bene entrambi. Sono curioso di vedere gli altri».