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Babacar, nella foto, attraversa un periodo decisamente delicato
Firenze, 11 marzo 2016 - Se le difficoltà fortificano e temprano lo spirito, Babacar la prossima stagione sarà una piacevole realtà della Fiorentina. Troppo ottimismo? No, certezze legate a come Paulo Sousa sta ‘curando’ il giovane attaccante viola. E non scambiate le sostituzioni per cambi punitivi, perché le scelte dell’allenatore vanno sempre nell’interesse della squadra. Mai a colpire un singolo, anche se può sembrare il contrario.
E il processo di crescita dell’attaccante senegalese passa anche attraverso una serie di panchine, magari non condivisibili, soprattutto per l’epilogo delle partite che Baba ha visto seduto. Dopo il primo tempo di Bergamo – prestazione non memorabile nonostante un inizio incoraggiante – i ‘d.n.p.c.d.’ (do not play coach decision, come direbbero i giornalisti statunitensi) si sono succeduti con regolarità. Dopo il 21 febbraio, data di Atalanta-Fiorentina, Babacar è scomparso non solo dai radar dei titolari, ma anche delle alternative.
Eppure mai una reazione fuori posto da parte del giocatore che ha digerito – o forse no – le esclusioni senza lasciarsi andare a reazioni scomposte. Ma non scambiate la sua freddezza con disinteresse, perché sarebbe un errore. Il confronto con Kalinic appare impietoso, perché se il croato corre e rincorre per il campo, Baba appare più indolente e la sua andatura dinoccolata può sembrare una sorta di disinteresse per quanto gli accade attorno. Ma i due attaccanti sono completamente diversi tra loro.
Babacar è un centravanti vecchia maniera, pronto allo scontro fisico e su questo piano ha pochi rivali. Avrebbe bisogno di maggiore assistenza della squadra perché non è come Kalinic pronto a far salire la squadra, dettando il passaggio, magari anche in profondità. No, lui ha colpi incredibili – come ha sempre detto Novellino, suo allenatore ai tempi del Modena – e la forza per fare gol come quello contro l’Inter. Ecco che il suo utilizzo contro squadra che si chiudono come Verona e Frosinone potrebbe essere un’opzione. Baba ci spera e sta lavorando proprio per questo.
La sua media gol/minuti è peggiorata (131 minuti circa per ogni rete), ma non la sua voglia di sentirsi ancora parte integrante di questa squadra. Lasciate perdere le sirene inglesi, così come l’entità del suo contratto. Troppo facile etichettare il ragazzo come ‘appagato’ per spiegare questo periodo difficile. Troppo. Babacar non ci pensa e lavora, sperando che presto tocchi di nuovo lui.