Firenze, 9 giugno 2023 - “Mi ha molto colpito una domanda che mi ha fatto una ragazza di 14 anni che mi ha chiesto: “Se questa vicenda ti fosse accaduta da grande, sarebbe stato diverso?” Io le ho fatto notare che era una bellissima domanda e le ho risposto che sarebbe stato certamente diverso, perché avrei avuto altri strumenti. A 14 anni è stata davvero dura. Sono uscita di casa per andare a scuola e quando sono rientrata nulla era più come prima, e nemmeno tu sei più come prima”. Inizia con queste parole la presentazione fiorentina di Gaia Tortora, giornalista de La7. Che a quarant’anni dall’arresto di suo padre Enzo Tortora, racconta la sua storia e quella della sua famiglia in ‘Testa alta, e avanti’. Il libro, edito da Mondadori, è stato presentato al museo Novecento insieme al sindaco Dario Nardella nell’incontro moderato dalla giornalista Costanza Crescimbeni, vicedirettore Tg1. Ripercorrendo quello che è successo, Gaia ha ricordato il dolore di quei giorni: “Eravamo straconvinti che tutto si potesse risolvere in poche ore, ma quelle ore sono diventate settimane, mesi, anni, e ti ritrovi in una guerra”. Cos’è cambiato da quel 17 giugno? “Poco – dice Gaia Tortora -. Prendiamo il caso di Bibbiano: Claudio Foti è stato assolto, altri sono sotto indagine, ma quello che mi ha colpito è la comunità di Bibbiano che ha detto: “Ci avete strumentalizzato a fini elettorali”. A quella comunità va tutta la mia solidarietà, perché è stata massacrata e nessuno si è fatto carico di loro. Quando si parla di temi di giustizia il Pd è sempre un po' tiepido, mi aspettavo una parola in più anche da parte di Elly Schlein”. “Sono rimasto molto colpito e profondamente toccato da questo libro che è molto forte e vero – ha detto il sindaco Nardella –. Io posso solo lontanamente immaginare cosa sia stato per Gaia scriverlo. Forse è stato anche un atto liberatorio. Quando si vive un dolore così grande che ti sovrasta, è giusto condividerlo: credo che chiunque lo legga condivida un pezzetto di questo profondo dolore. È un esercizio che ci fa bene, che ci fa riflettere, che ci fa mettere le cose nell’ordine giusto. Quello che è capitato a Gaia è stato un dolore dirompente: non è come quando tu perdi una persona, è come se tu la perdessi ogni giorno, ogni settimana, ogni mese. Contiene delle riflessioni molto coraggiose su tutto quello che si può osservare attorno alla vicenda drammatica di Enzo Tortora. Verrebbe da dire che da quel 17 giugno nessuno ha imparato nulla. Io apprezzo molto anche un altro aspetto di grande onestà intellettuale di questo libro, che non è stato scritto sull’onda del rancore o della rabbia. Quando Gaia dice di non fare di tutta un’erba un fascio, dalla giustizia all’informazione, mondo nel quale con grande coraggio ha deciso di far parte, nonostante la gogna mediatica riservata a suo padre. Gaia Tortora ha voluto condividere la sua vicenda coi lettori, e dobbiamo esserne grati per questo che è un libro di grande generosità, coraggio e profondità.” Il 17 giugno ricorre l'anniversario di quel giorno del 1983 quando Enzo Tortora - giornalista e presentatore televisivo, tra i volti più noti della Rai - venne arrestato. Gaia Tortora racconta la sua storia, nella consapevolezza che non sia solo sua: ogni giorno tre innocenti finiscono in carcere per errore, più di mille cittadini l’anno.