Firenze, 5 giugno 2024– A molti sarà capitato, almeno una volta, di ordinare qualcosa su internet, riceverlo a casa, e poi rimandarlo indietro, perché la taglia è sbagliata o l’oggetto non funziona. Una pratica molto diffusa nel mondo, praticata anche con molta leggerezza, su cui è bene fare attenzione, soprattutto oggi, Giornata mondiale dell'ambiente.
Istituita dall’Onu, è dal 1972 che questa giornata punta a sensibilizzare l’opinione pubblica sulle tematiche relative all’inquinamento ambientale. Quest’anno con lo slogan “La nostra terra. Il nostro futuro. Siamo #GenerationRestoration” i riflettori sono accesi sul ripristino del territorio, sulla resilienza alla siccità e sulla desertificazione. Tutti siamo chiamati a fare qualcosa. E bisogna essere consapevoli che ogni nostra azione ha un impatto sull’ambiente. Prendiamo i resi, ad esempio, così diffusi nell’era digitale.
Abiti venduti, acquistati e resi più volte su siti web, pacchi di vestiti che viaggiano anche per decine di migliaia di chilometri tra l'Europa e la Cina, senza costi per l'acquirente e con spese irrisorie per l'azienda produttrice, ma con enormi danni ambientali: è quanto emerso dall'indagine condotta tempo fa dall'Unità Investigativa di Greenpeace Italia che per quasi due mesi, in collaborazione con la trasmissione televisiva Report, ha tracciato i viaggi compiuti da alcuni capi d'abbigliamento del settore del fast-fashion acquistati e resi tramite piattaforme di e-commerce.
Per condurre l'indagine, sono stati acquistati 24 capi d'abbigliamento sulle piattaforme e-commerce di otto tra le principali aziende del settore. Prima di effettuare i resi, Greenpeace e Report hanno nascosto un localizzatore Gps in ogni vestito, acquisendo molte informazioni. Ebbene, in 58 giorni, i pacchi hanno percorso nel complesso circa 100mila chilometri attraverso 13 Paesi europei e la Cina. Mediamente, la distanza percorsa dai prodotti per consegna e reso è stata di 4.502 chilometri; il tragitto più breve è stato di 1.147 km, il più lungo di 10.297 km. Il mezzo di trasporto più usato è risultato il camion, seguito da aereo, furgone e nave. I 24 capi di abbigliamento sono stati venduti e rivenduti complessivamente 40 volte, con una media di 1,7 vendite per abito, e resi per ben 29 volte.
L'impatto ambientale medio del trasporto di ogni ordine e reso corrisponde a 2,78 kg di CO2 equivalente, emissioni su cui il packaging incide per circa il 16%. Altro capitolo su cui è bene fare attenzione: eventi meteorologici estremi come inondazioni, uragani e siccità, sono ormai sempre più frequenti. A causa proprio di questi ultimi, le catene di approvvigionamento subiscono gravi interruzioni che comportano tempi di consegna più lunghi, costi più elevati e una produzione inferiore. Come le aziende possono minimizzare questi impatti? Secondo una ricerca di Economist, è bene sfruttare al meglio i vantaggi dell'Intelligenza Artificiale e, fortunatamente, il 98% delle aziende utilizza già l'IA in almeno un'attività della catena di fornitura, come la previsione della domanda o l'ottimizzazione delle scorte.
In occasione della giornata mondiale dell’ambiente, l’azienda Remira specializzata nell’offerta di soluzioni software avanzate, ha individuato quattro azioni che le aziende possono mettere in pratica, con l’aiuto della tecnologia e dell’intelligenza artificiale, per una supply chain più sostenibile. Tra queste: ottimizzare il processo di reverse logistic (il volume medio dei resi genera dal 3% al 9% delle emissioni di gas serra, dovute allo shopping online, al packaging e alla spedizione), attuare il controllo qualità dei prodotti, pianificare i viaggi di ritiro e consegna delle merci e adottare il Passaporto Digitale dei Prodotti.
Altro capitolo, sempre nel segno che tutti possiamo fare qualcosa per l’ambiente. Secondo una ricerca del 2023, la popolazione riconosce come più importante di tutti la lotta al climate change, eppure solo al 13esimo posto si posiziona la costituzione di comunità sostenibili. Considerato l’elevato e crescente numero di persone che abitano i centri urbani, non si può negare il ruolo delle città nel processo di transizione energetica. Si inserisce in questo contesto Soly, il cui obiettivo è rendere il Sole la prima fonte di energia solare entro il 2030, che punta a ridurre le emissioni di CO2 in Italia fino a 3.500 tonnellate annue, contribuendo inoltre a creare la più grande comunità energetica del Paese.
Una sfida che sembra rispondere perfettamente ai numeri della transizione energetica: solo ad aprile, infatti, in Italia il 51% dell’energia è derivata da fonti rinnovabili (nel 2023 era il 36%) . Inoltre, secondo la Direttiva Case Green recentemente approvata dall’UE, punta a ridurre le emissioni di CO2 fino a eliminarle del tutto entro il 2050, riqualificando il patrimonio edilizio nel continente. Dunque la transizione energetica è sempre più una priorità in Europa, ma i cittadini si pongono nel concreto anche la domanda: fare del bene all’ambiente, può far bene anche al portafogli? La risposta è sì.
Lo dimostra il configuratore di Soly, strumento pensato per semplificare l’accesso all’energia solare per tutti e per rendere intuitiva la risposta alla domanda “quanto sto risparmiando?”. Inserendo l’indirizzo della propria abitazione, le specifiche sul tetto e sull’esposizione e il consumo annuale di energia elettrica (disponibile nelle fatture del fornitore), è possibile scoprire il numero di pannelli necessari, il rendimento annuo e il risparmio economico potenziale. Per esempio, per un’abitazione in centro a Milano, con un consumo di 3000 kWh (stima media per una famiglia di 4 persone), il risparmio sarà di oltre 1.700 euro annui con meno di 10 pannelli solari. Dunque, investire sulla salvaguardia del pianeta e attuare comportamenti più responsabili, oltre che utile al pianeta si rivela anche conveniente.
Nasce oggi
Ken Follett nato il 5 giugno del 1949 a Cardiff. Oggi il celebre scrittore britannico, tra i più grandi narratori al mondo, compie 75 anni. Ha detto: “Un uomo che perde una battaglia contro il suo re può essere perdonato; ma un uomo che la vince è spacciato.”
Maurizio Costanzo