Firenze, 1 ottobre 2024 – Oggi, primo ottobre, si celebra in tutto il mondo la giornata internazionale del caffè. In Italia, secondo l'Istituto Espresso italiano (Iei) oltre il 73% degli italiani beve regolarmente caffè ogni giorno e si bevono 95 milioni di tazzine di caffè al giorno, quasi una media di 1,6 a persona. Con questa giornata l'Organizzazione internazionale sul caffè invita il settore del caffè ad abbracciare la collaborazione per un'azione collettiva nel raggiungimento di uno sviluppo sostenibile a livello globale. Ma il caffè non è solo buono, fa anche bene alla salute. Un consumo moderato è benefico per salute metabolica Con 3 caffè al giorno cala il rischio di diabete, ictus e malattie cardiache, e diminuiscono le probabilità di avere almeno due patologie assieme. Lo rivela uno studio pubblicato sul Journal of Clinical Endocrinology & Metabolism.
Secondo il World Coffee Research (WCR) esistono al mondo oltre 120 specie di caffè e, per ciascuna di queste, vi sono numerose varietà che dipendono da molti fattori come il territorio di produzione, i processi produttivi adoperati, ma anche i rapporti economici e relazionali con i coltivatori. La tracciabilità e la trasparenza sulle origini del caffè sono fondamentali per un consumatore oggi sempre più consapevole e orientato a scelte di acquisto in linea con i propri valori. A tal proposito Incapto, startup impegnata a diffondere un consumo sostenibile del caffè, ha elaborato un piccolo tour a tappe alla scoperta dei luoghi simbolo della produzione della bevanda. Messico, Guatemala, Colombia, Brasile, Perù, passando per l’Africa dell’est, fino ad arrivare all’isola di Sumatra, in Asia: a seconda del Paese, della regione e della comunità produttrice, il sapore cambia e assume note specifiche. “Due terzi della produzione mondiale di caffè provengono da piccoli coltivatori che hanno a disposizione meno di cinque ettari: di questi, il 44% vive in condizioni di povertà e oltre il 20% in condizioni di estrema povertà – spiega Beatriz Mesas, assaggiatrice professionista e co-fondatrice di Incapto -. Ogni anno visitiamo un Paese produttore di caffè per accendere i riflettori sui coltivatori con cui lavoriamo, per spiegare le diverse realtà che si celano dietro una bevanda così diffusa. Per noi la trasparenza e la tracciabilità delle origini sono requisiti imprescindibili: in questo modo, permettiamo al consumatore di scegliere quale caffè consumare, consapevole della provenienza, della sostenibilità dei processi produttivi, dell’eticità dei rapporti con i produttori locali e, infine, delle proprietà organolettiche che sono il frutto della combinazione di tutti questi fattori”.
Dal Medio Oriente all’Europa, la cultura del caffè si è diffusa in tutto il mondo consolidandosi attraverso rituali condivisi, preferenze di preparazione: dalla moka alle cialde, fino all’ultima tendenza dello “steeped coffee” in bustine da tè. Innumerevoli varianti soddisfano ogni gusto, con aggiunte che spaziano dai liquori alla panna. In occasione di questa giornata Babbel, ecosistema leader nell’apprendimento delle lingue, ha stilato un elenco di espressioni da conoscere per ordinare diverse gustose varianti e ha raccolto alcune curiosità insolite per celebrare la ricchezza culturale di questa iconica bevanda. Se a Trieste, ad esempio, città conosciuta per la sua cultura caffettiera, chiedere un "nero" equivale a ordinare un espresso, e chi ordina un "cappuccino" probabilmente si vedrà servire un caffè macchiato (il classico “capo”), chi in Puglia richiede un "espressino" non riceverà un caffè ristretto, ma un espresso arricchito da una piccola quantità di schiuma di latte. Al contrario, altre espressioni collegano luoghi lontani come Napoli e Bruxelles: l’usanza squisitamente partenopea del "caffè sospeso”, che consiste nel pagare in anticipo un caffè al banco a chi non se lo può permettere, in segno di solidarietà, si è fatta strada infatti anche in Belgio, dove ha assunto il nome di “café suspendu”.
Il galao in Portogallo: il caffè è parte integrante della cultura portoghese, dove è facile trovare "cafés" (locali tipici) soprattutto lungo le strade delle grandi città come Porto e Lisbona. Una delle ordinazioni più comuni in questi posti è il galao: simile al “milchkaffee” (“caffè macchiato”) in Germania o al “café au lait” (“caffèlatte”) in Francia, viene servito in alti bicchieri di vetro molto eleganti con tre parti di latte ed una di espresso. Il galao si traduce letteralmente con il termine “gallone”, il distintivo sulla manica o sul cappuccio delle uniformi militari; si sostiene infatti che l’associazione con la bevanda sia dovuta alla quantità di caffè utilizzata corrispondente alla larghezza del “galão” delle divise. In Olanda, lo stesso concetto si ritrova nel “koffie veerkerd”, traducibile con “caffè sbagliato” per via della maggiore quantità di latte presente rispetto alla minore dose di caffè.
Il karsk in Norvegia: nei “kaffeebar” norvegesi si conservano tradizioni dalle origini remote per preparare il “karsk” (dall’aggettivo “karskr” che, nell’antica lingua norvegese, significava “salutare/vigoroso”), una tipica bevanda a base di caffè con una correzione alcolica, simile al noto “Irish coffee” in Irlanda, ma non accompagnato dalla crema e servito in un modo assolutamente unico. Sul fondo della tazza viene infatti inserita una moneta, si aggiunge poi il caffè finché questa non è più visibile e successivamente si continua a versare liquore finché la moneta non riapparirà in superficie.
Il kapuziner in Austria: le caffetterie austriache sono luoghi che ricordano i salotti di casa, posti in cui non si beve un caffè di corsa la mattina, ma si gusta senza fretta mentre si legge un libro o si ascolta della musica in compagnia. Il “kapuziner” è senz’altro una delle varianti più gustose da ordinare in questi luoghi: servito in una tazza, è la versione austriaca nonché l’antenato del “cappuccino” italiano. La prima menzione documentata della parola risale infatti ai menù di Vienna del XVIII secolo, dove il “kapuziner” veniva descritto come “caffè con panna e zucchero”. La bevanda ha un caratteristico colore marrone simile a quello degli abiti indossati dai frati cappuccini che ne avrebbero ispirato il nome.
Il café con hielo in Spagna: date le alte temperature che caratterizzano le estati in Spagna, non sorprende la popolarità del “café con hielo” (“caffè con il ghiaccio”): leggermente più lungo di un espresso, viene servito con dei cubetti di ghiaccio in un bicchiere a parte in cui viene versata direttamente la bevanda calda zuccherata a piacere. A Valencia è anche noto come “café del tiempo” e può essere accompagnato, oltre che dai cubetti freddi, anche da una fetta di limone: questa espressione si riferisce infatti alla temperatura “ambiente” (“del tiempo”) che si raggiunge grazie ai cubetti di ghiaccio.
Il kaffeost in Svezia: nelle pasticcerie svedesi (“konditorier”), la “pausa caffè” diventa una vera e propria filosofia di vita: con il termine “fika” si fa infatti riferimento ad un momento molto importante per la cultura svedese, “una pausa dal lavoro” vissuta come l’opportunità di rallentare i ritmi della giornata sorseggiando una bevanda calda come, per esempio, il tradizionale “kaffeost”. Letteralmente “caffè e formaggio”, si tratta di una tazza di caffè bollente, dal gusto amaro, servita insieme a dei cubetti di formaggio locale da immergere all’interno della bevanda. Un abbinamento tanto insolito quanto originale che si può anche ritrovare in Finlandia, dove il “kahvi” (“caffè” solitamente servito in una tazza di legno) viene accompagnato dal “leipajuusto” (traducibile come “pan-formaggio”).
Il kafes ellinikos in Grecia: visitando un “kafenion” (“caffetteria”) greco, bisogna cogliere l’occasione per gustare il tradizionale “kafes ellinikos” (letteralmente “caffè greco”), una bevanda che si distingue per il metodo di preparazione di derivazione yemenita. Invece di essere tostato, come per esempio avviene nei “coffee roasters” in Inghilterra, il caffè viene direttamente bollito in un “briki”, un bricco di ottone con un lungo manico. Durante l’ebollizione si dovrà formare della "kaimaki" (la “schiuma”) da lasciar scaldare fino a quando non raggiungerà il bordo del bricco, in seguito poi si dovrà aspettare che i residui del caffè si raccolgano sul fondo prima di assaporarlo in tutta la sua intensità.
Nasce oggi
Philippe Noiret nato il 1 ottobre del 1930 a Lilla, in Francia. Cinquanta anni di carriera e 130 film, tra i tanti ruoli indimenticabili, quello in ‘Amici Miei’ e l’operatore Alfredo nel capolavoro di Tornatore “Nuovo cinema Paradiso”. Nei panni di Neruda nel film ‘Il Postino’ di Massimo Troisi pronuncia questa frase: “Molto meglio dire male qualcosa di cui si è convinti, che essere poeta e dire bene quello che vogliono farci dire gli altri.”
Maurizio Costanzo