
Il maestro Giuseppe Lanzetta
Firenze, 14 aprile 2023 – Sono stati momenti difficilissimi quelli che ha vissuto il maestro Giuseppe Lanzetta. Tutti lo conoscono come grande direttore d’orchestra, e lo ricordano sul podio dei palcoscenici internazionali più prestigiosi, applaudito nei teatri e nelle location più rinomate del mondo. Quello che il suo pubblico non sa è che stava per dire addio al suo lavoro, ai concerti, alla musica, a causa di una grave infezione che lo aveva colpito agli arti inferiori. Ora che tutto è soltanto un brutto ricordo, è lui stesso a raccontare quei terribili momenti. Di quando i dottori gli dissero che, se voleva salvarsi, c’era un’unica soluzione: l’amputazione di entrambi i piedi. Ma non è andata così, e questo grazie alle cure e agli interventi che ha subìto a Careggi, dove la sua patologia è stata affrontata e risolta con tecniche di ultima generazione.
“Sono un “miracolato” – dice Lanzetta – e mi sono deciso a raccontare quello che mi è capitato perché magari altre persone con le mie stesse problematiche potrebbero essere salvate”. Più che raccontare il suo percorso di cura in prima persona, ha voluto che l’autore di questo “miracolo scientifico e medico” – il dottor Armando Del Prete di Careggi - raccontasse per filo e per segno come si è riusciti ad evitare il peggio. “Il maestro aveva una grave infezione bilaterale dei piedi. Erano entrambi completamente infetti – spiega il dottor Del Prete - . Aveva delle ferite e da lì erano entrati dei batteri che avevano iniziato a ‘mangiargli’ l’osso, bilateralmente. Di solito in questi casi e con questo tipo di lesioni il trattamento che si fa è l’amputazione, perché bisogna eliminare il tessuto infetto, per evitare che l’infiammazione si propaghi”. Il dottor Armando Del Prete lavora nel reparto di ortopedia del Cto e si occupa specificatamente della chirurgia del piede. “Dopo le visite, ho visto il maestro e gli ho detto che per risolvere il suo problema la letteratura medica diceva che i piedi andavano amputati. Ovviamente non è una cosa che si fa a cuor leggero”. Anche la vita professionale del maestro Lanzetta sarebbe stata stravolta da un intervento radicale di questo tipo. Ma ecco che a Careggi si accende la speranza e si prova il tutto e per tutto. “A quel punto – spiega il dottor Del Prete – sempre guardando alla letteratura medica, le nuove frontiere indicano di essere più conservativi, utilizzando materiali innovativi e nuove tecniche che prevedono l’utilizzo di dispositivi i quali, una volta impiantati in sede d’infezione, rilasciano antibiotico. Le nuove frontiere indicano di essere aggressivi ma localmente, rimuovendo tessuto necrotico e infetto. Il maestro Lanzetta era d’accordo per optare per questa soluzione”. Careggi è un centro all’avanguardia per questo tipo di patologie, con tecniche nuove che consentono di evitare l’amputazione. E così il Maestro Lanzetta è stato ricoverato a Malattie Infettive a Careggi: “L’ho portato in sala operatoria una prima volta per fare dei prelievi in modo tale da studiare il tessuto – spiega il dottor Del Prete. – Dovevamo vedere di che tipo di batterio si trattava, in modo da fare una terapia mirata. Dopo una decina di giorni, quando il piede è iniziato un po' a sgonfiarsi, dopo che abbiamo somministrato al paziente forti dosi di antibiotico endovenoso, l’ho portato nuovamente in sala operatoria, questa volta per pulire, per eliminare la parte infetta da entrambi i piedi. A quel punto abbiamo riempito lo spazio lasciato vuoto con un dispositivo medico di ultima generazione che rilascia antibiotico adatto per contrastare il suo batterio. Nel frattempo infatti avevamo scovato il batterio responsabile dell’infezione e provato i vari antibiotici per capirne la sensibilità. Dopo questo trattamento e tre settimane di ricovero, il maestro Lanzetta è potuto tornare a casa, proseguendo i trattamenti in ambulatorio con me. Col passare del tempo ha avuto un’ottima risposta tanto che ora è tornato a suonare perché è guarito. Il paziente da parte sua è stato diligente, ha seguito pedissequamente tutte le indicazioni che gli sono state date e questo suo impegno è stato premiato perché effettivamente poi è guarito”. Che consigli può dare a chi si trova ad affrontare questo tipo di problematiche? “Quello che è importante è la diagnosi precoce – sottolinea il dottor Del Prete - . Intervenire su un problema in fase iniziale è differente rispetto ad un intervento in fase conclamata. È importante dunque controllare le ferite che ci sono sui piedi e farle guarire il prima possibile. E bisogna tenere sotto controllo i valori della glicemia, che nel sangue funziona da ‘nutrimento’ per i batteri. La situazione diventa dunque molto grave se queste ferite che il maestro ha avuto pur non essendo diabetico, si formano in pazienti diabetici. Devono inoltre prestare molta attenzione anche le persone che hanno problemi vascolari, perché quando non arriva più il rifornimento arterioso di sangue alla zona da irrorare, i tessuti iniziano a morire, e il batterio ne approfitta ‘mangiando’ il tessuto stesso”. Maurizio Costanzo