SIMONE NOZZOLI
Firenze

Golf, Lorenzo Gagli riparte dal Sudafrica

Il golfista fiorentino per il terzo anno di fila sull'European Tour. "Al mio 2019 do 6,5. Nel 2020 punto a entrare fra i primi 50 nella Race to Dubai"

Lorenzo Gagli, 34 anni, ha chiuso la stagione al 104° posto nella Race to Dubai

Firenze, 22 novembre 2019 - Per il terzo anno consecutivo Lorenzo Gagli giocherà sull'European Tour, il circuito di golf professionistico con 46 tornei in 29 paesi (Europa, Asia, Africa, Australia e Nord America). La nuova stagione del 34enne golfista dell'Impruneta doveva cominciare il 28 novembre a Hong Kong, ma il torneo è stato annullato per i gravi disordini delle ultime settimane e quindi Gagli giocherà in Sudafrica, dove da giovedì prossimo è in programma l'Alfred Dunhill Championship.

Si è classificato al 104° posto nella Race to Dubai (la classifica dell'European Tour, ndr) ed è al 342° nel ranking mondiale. Che voto dà a questo 2019?

"Il primo obiettivo era mantenere la carta e l'ho raggiunto in netto anticipo, grazie al secondo posto di inizio settembre a Crans Montana, in Svizzera. Su 26 tornei ho passato il taglio solo 11 volte, in 7 occasioni l'ho mancato per un colpo. Un 6,5 ci sta".

A Crans Montana è successo qualcosa di imprevedibile.

"Allo spareggio, giocato con McIlroy, Soderberg, Romero e Samooja, il mio primo colpo purtroppo ha colpito alla testa una socia dell'Ugolino che mi aveva seguito per tutto il torneo. E pensare che due settimane dopo, mentre arrivavo in macchina all'Ugolino, un colpo sbagliato proprio di questa signora ha preso in pieno il tetto della mia auto".

Quest'anno ha avuto occasione di giocare con un campione come McIlroy e con Harrington, il capitano europeo di Ryder Cup 2020.

"McIlroy è fenomenale, lui gioca uno sport completamente diverso da tutti gli altri per quanto è forte. Harrington sta studiando i giocatori europei ai quali assegnare la wild card per la Ryder Cup e ha voluto vedere anche me. A fine gara mi ha detto che devo migliorare sul putt, ne tiro troppi".

Il gioco sul green è stata la nota dolente della stagione.

"Sì, sono molto soddisfatto dei miei miglioramenti sul gioco dal tee al green, grazie al lavoro intrapreso da circa un anno con il maestro Enrico Trentin. Il putt invece non funziona da tempo, ci sto lavorando perché è il colpo necessario per fare il salto di qualità. Sto anche provando nuovi attrezzi che mi danno sensazioni di grande fiducia".

Dopo il Sudafrica ci sarà una trasferta con una compagnia particolare. "Sì, andrò a Mauritius senza il mio caddie Jorge Gamarra, che deve tornare in Argentina. Giocherò questo torneo insieme al mio amico Pietro Secci, che mi ha fatto da caddie qualche anno fa e mi ha portato fortuna".

Il 2019 è stato anche l'anno di Aurora.

"Mia figlia è nata lo scorso gennaio e già due volte è venuta con mia moglie Arianna a seguirmi nei tornei di Monaco e Amburgo. Il prossimo anno spero di averle con me più spesso".

E dal 2020 golfistico cosa si aspetta?

"Ho in programma di giocare almeno 26 tornei, comprese molte Rolex Series (i tornei con montepremi dai 7 milioni di dollari in su, ndr), e devo innanzitutto mantenere la carta. Poi vorrei qualificarmi per la finale della Race to Dubai (attualmente in corso, ndr), come nel 2011, il mio anno migliore da quando sono professionista. Per farlo dovrei migliorare più di 50 posizioni rispetto a quest'anno e classificarmi fra i primi 50".

Il golf italiano è in ottima salute. Dopo i successi di Francesco Molinari, quest'anno Guido Migliozzi ha vinto due tornei e Francesco Laporta ha riconquistato la carta vincendo il Challenge Tour.

"Sono felice, noi giocatori italiani siamo un gruppo molto unito. Migliozzi è giovane, gioca quasi senza pensare e spesso è un vantaggio. Laporta è riemerso alla grande, vincere il Challenge è difficilissimo".