
Mussolini liberato (foto da web)
Firenze, 12 settembre 2023 - Era il 12 settembre del 1943 quando venne liberato Benito Mussolini dalla sua prigione a Campo Imperatore, sul Gran Sasso d'Italia. Un commando di paracadutisti tedeschi prelevò il Duce con un piccolo aereo oltre le linee tedesche. La reazione di Adolf Hitler alla notizia dell’arresto e della sparizione di Mussolini, pervenuta durante una riunione alla Wolfsschanze il 26 luglio, del resto era stata immediata e rabbiosa. Tutti, nell’entourage del Fuhrer, erano sicuri che in Italia sarebbe prima o poi accaduto qualcosa e già a maggio erano stati approntati piani militari per indirizzare il conflitto sotto il pieno controllo militare tedesco e impedire qualsiasi tentativo di sganciamento dall’Asse. Quel che non era stato previsto era invece il colpo di acceleratore nella defenestrazione di Mussolini. Hitler era stato lapidario: dopo gli insulti a Badoglio, ai Savoia, ai complottisti e ai traditori, come riportato nei verbali tedeschi, aveva dato il via libera a una serie di operazioni già sulla carta che nell’immediato avevano come premessa l’invio di divisioni ben armate al di là del Brennero. Nelle sue intenzioni c’era l’arresto di tutta la "cricca", del Re, del principe Umberto, e persino di Pio XII. Aveva quindi convocato il generale Kurt Student, per un colloquio privato, e gli aveva comunicato l’intenzione di liberare Mussolini, col segretissimo Fall Eiche, l’Operazione Quercia. Il generale della Luftwaffe, fondatore del corpo dei paracadutisti, era uno specialista di operazioni speciali e i suoi soldati rappresentavano il meglio che c’era in Germania per addestramento e ardimento. Il responsabile locale del Servizio di sicurezza Herbert Kappler venne incaricato di avviare le indagini. Per cercare di individuare dove fosse custodito Mussolini, Kappler sarebbe stato affiancato da una squadra di specialisti del SD agli ordini del capitano SS Otto Skorzeny al quale Hitler in persona aveva dato l’incarico di trovare il Duce e di portarlo in Germania. La presenza del SD era necessaria perché i paracadutisti non possedevano reparti di intelligence. Skorzeny prese quindi l’aereo con Student e raggiunse subito la capitale italiana. Mussolini, dopo l’arresto a Villa Savoia, era stato preso in consegna e condotto in un’autoambulanza prima alla caserma dei carabinieri Podgora a Trastevere quindi alla Scuola allievi ufficiali di via Legnano (oggi via Carlo Alberto Dalla Chiesa). Era sorvegliato a vista e non poteva avere nessun contatto col mondo esterno. La moglie Rachele solo in tarda serata era stata avvisata telefonicamente a Villa Torlonia dell’evolversi della situazione e ben presto anche lei sarebbe stata prelevata assieme alla sua famiglia. L’ormai ex Duce, travolto dagli avvenimenti, riteneva che passato quel momento avrebbe potuto ritirarsi alla Rocca delle Caminate, nei pressi della natia Predappio, a pochi chilometri da Forlì, come fosse un normale pensionato. Non solo è inimmaginabile un epilogo simile, ma Badoglio aveva già deciso cosa fare di lui. Alle 19 del 27 luglio una scorta di carabinieri e metropolitani lo prelevò dalla caserma e lo fece salire in una delle sei automobili di una colonna al comando del generale di brigata della polizia militare Saverio Pòlito. Il capo della polizia Carmine Senise aveva ricevuto l’ordine dal nuovo capo del Governo di condurlo in sicurezza a Ponza o a Ventotene, con libertà di scegliere al meglio una volta verificati i requisiti delle due località. Mussolini venne fatto imbarcare poco dopo la mezzanotte sulla corvetta Persefone, che aspettava a Gaeta. La ricognizione su Ventotene aveva subito accertato la presenza di militari tedeschi, quindi Polito aveva deciso di fare rotta su Ponza. Lo sbarco era avvenuto attorno a mezzogiorno del 28 luglio. Ironia della sorte, Ponza era l’isola dove il Duce aveva mandato al confino i suoi oppositori politici, tra cui l’ex amico e compagno dell’esperienza socialista Pietro Nenni, da poco rimesso in libertà. Qui, lontano da tutti e soprattutto lontano dai tedeschi che lo stavano cercando dappertutto, sarebbe rimasto fino al 6 di agosto, mentre Badoglio tesseva la tela che doveva portare all’uscita dalla guerra. In Italia, intanto, calavano quelle truppe tedesche che Hitler aveva lesinato per fronteggiare lo sbarco degli angloamericani, e che fino a quel momento erano proposte come rinforzi. Gli italiani fecero finta di niente per non irritare l’alleato, temendo la reazione del Fuhrer. Nasce oggi Barry White nato il 12 settembre del 1944 a Galveston. Il “Re nero” della musica soul e pop, morto venti anni fa, oggi avrebbe compiuto 79 anni. La sua voce inconfondibile e i suoi successi immortali lo hanno reso uno degli artisti più importanti della musica del XX secolo. Ha detto: “Ci sono persone che fanno bambini con la mia musica. Bello.” Maurizio Costanzo